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Mercoledì, 24 Apr 2024

Trecento giornate-uomo, tre giornate perse per ognuno dei cento dipendenti dietro una “farsa” che si chiama “individuazione della rosa dei candidati da sottoporre al Consiglio di Amministrazione per la nomina del Direttore della Sezione dell’Osservatorio Etneo”.

Per restituire la misura di quante siano trecento giornate-uomo, basti pensare che corrispondono, euro più euro meno, all’equivalente di un contratto, per un anno, di un giovane ricercatore precario. E, viste le numerose sezioni dell’Ingv, ci spaventiamo nel fare la somma delle giornate-uomo andate in fumo, perché, come amava dire il buon Antonio de Curtis, “È sempre la somma che fa il totale”.

E per chi sostiene che la democrazia non ha prezzo, di seguito i fatti.

A più di tre anni dalla prima approvazione del ROF (Regolamento di Organizzazione e Funzionamento) dell'Ingv e, a pochi giorni del parere definitivo del MIUR sul Regolamento del Personale (ROP), il 20 maggio 2016 sono venuti al pettine i problemi più volte sollevati da Usi-Ricerca sulle criticità dei regolamenti medesimi.

Criticità adesso utilizzate dal Direttore uscente dell’Osservatorio Etneo, Eugenio Privitera, per giustificare il mancato rispetto degli impegni presi nel suo “Documento Programmatico”, redatto nel 2013 in occasione della sua candidatura a direttore della Sezione.

L’assemblea del personale dell’Osservatorio, come per le altre sezioni dell’Ingv, è stata recentemente chiamata a definire una “rosa” di candidati da presentare al Consiglio di Amministrazione (CdA) dell’Ingv, per la designazione del nuovo Direttore dello stesso Osservatorio.

Né all’interno del ROF né tantomeno all’interno dell’appena licenziato ROP sono riportati chiaramente i criteri di designazione di tale rosa da parte dell’Assemblea del Personale e, pertanto, è stato necessario che ogni sezione definisse delle proprie regole.

Si è trattato di una forma sublime di democrazia e di autonomia intellettuale? Forse, ma è certo che quantomeno a Catania - ma abbiamo notizia di simili criticità altrove - non appena sono state proposte delle “regole”, è immediatamente scoppiata la “bagarre”.

Durante l’assemblea, si sono viste chiaramente scontrare due differenti fazioni: una a favore, l'altra contro la direzione uscente. Sono state proposte le più svariate soluzioni: da votazione a preferenza singola fino alla preferenza sestupla. Sei, infatti, sono i candidati che si sono presentati alla selezione per nuovo Direttore dell’Osservatorio Etneo. Già da sola, questa partecipazione massiccia sarebbe bastata a “misurare” il gradimento di cui gode il direttore uscente.

Ognuno cercava di tirare acqua al proprio mulino, per avvantaggiare o, addirittura, escludere dalla “rosa” uno o più candidati. Infine, dopo una estenuante seconda assemblea, si è deciso di votare il gradimento dei candidati con votazione a preferenza singola, ed è stato anche inserito un quorum del 15% sotto il quale i candidati sarebbero stati esclusi.

Ma, nel malaugurato caso in cui almeno quattro candidati non avessero raggiunto il quorum, l’assemblea avrebbe definito una “rosa” formata da tutti i candidati. E a questo punto si sono scatenati i supporters della vecchia direzione che, non volendo perdere i “posizionamenti” già conseguiti, hanno dimostrato la loro “affidabilità di nominati”, cercando di sviare tutte le critiche alla passata direzione, difendendo anche l’indifendibile a colpi di “... non ricordo, non ho visto, non ho sentito e, soprattutto, non parlo”.

Forse, sarebbe stato meglio essere più onesti intellettualmente, ascoltando almeno le documentate critiche che l’assemblea cercava di muovere all’organizzazione della Direzione uscente, che sarebbero state utili alla futura Direzione e avrebbero permesso di evidenziare i risvolti positivi della passata direzione, per evitare inutili futuri stravolgimenti organizzativi.

Immediatamente dopo, sono partite le promesse elettorali pre-voto, culminate con la presentazione del nuovo programma elettorale del direttore uscente, che prevede un aggiustamento dell’attuale organizzazione dell’Osservatorio Etneo, con la formazione di due nuove unità funzionali e nuove figure di responsabili. Come più volte ricordato dal direttore uscente, i Responsabili delle Unità Funzionali sono “... direttamente nominati dal Direttore tra le persone che godono della sua completa fiducia ...”, una fiducia che sicuramente sapranno ricambiare.

I risultati delle elezioni hanno visto al primo posto il direttore uscente con un minimo scarto sul primo degli inseguitori (solo due voti) e, a seguire, tutti gli altri candidati, tre dei quali non hanno raggiunto il quorum.

Grazie alle contraddittorie regole, che faticosamente l’assemblea del personale è riuscita a darsi (quorum del 15% e soglia di sbarramento, oppure nessuno sbarramento se non si fosse raggiunto il quorum per almeno quattro candidati) - la rosa finale dei futuri direttori è composta da tutti e sei i candidati.

Ora, la nomina del direttore spetterà al CdA, in base all’art. 24 del Regolamento del Personale, che prevede apposite procedure di valutazione comparative dei curricula dei candidati, attestanti l’alta qualificazione professionale, manageriale e gestionale dei candidati stessi.

Visto l’alto profilo professionale, i curricula dei candidati e i risultati delle votazioni, che hanno visto una inconsistente maggioranza (29 voti su 100) ottenuta dalla direzione uscente, il compito del CdA sarà sicuramente gravoso e non scontato.

Visto, altresì, che la valutazione dei futuri Direttori “deve essere integrata da un colloquio”, così come previsto dal comma 2 dell’art. 24 del ROP, quasi certamente non basterà una sola seduta del CdA per “interrogare” tutti i candidati, cosicché, al costo di trecento giorni-persona dei dipendenti, si aggiungerà un costo per il tempo, tutt’altro che breve, che il CdA stesso dedicherà alla questione.

Siamo sicuri che le scelte fatte o le mancate convocazioni saranno motivate in coerenza con gli obiettivi di valorizzazione e riqualificazione delle varie Sezioni, in riferimento alle caratteristiche di ognuna di esse; così che dai verbali si possa quantificare il peso delle decisioni assunte in forma assembleare.

La democrazia non può avere mezze misure: i Direttori di sezione o li nomina il personale della sezione di afferenza o li nomina il CdA, e a poco servono le “rose di candidati” – più o meno ricche di petali – se alla fine la scelta è demandata a chi sta più in alto e, certamente, non “vive” all’interno della Sezione.

L’auspicio è che i futuri Collegi di Sezione siano composti da persone che “si ricordano, ci vedono bene, ci sentono e, soprattutto, PARLANO”, e non da persone che, a stento, rappresentano se stesse o sparute minoranze, come avvenuto in occasione del rinnovo del Direttore del predetto Osservatorio Etneo e del Collegio di Sezione, elezioni avvenute nel luglio del 2014.

Per chi non ne fosse a conoscenza, l’Osservatorio Etneo non è una Sezione qualunque dell’Ingv, è una Sezione che opera a stretto contatto con il Dipartimento di Protezione Civile (DPC); è una sezione che assicura la costante e quotidiana attività di monitoraggio del vulcano Etna; è una sezione che, per impegni presi con il DPC, “deve comunicare agli enti preposti ogni significativa variazione dei parametri monitorati, con la tempestività necessaria affinché gli enti preposti possano utilmente procedere all’avvio del sistema di allertamento sul vulcano Etna”.

E’ una sezione che bisogna trattare con “cura” e, con essa, tutto il suo personale, che da anni opera al suo interno.

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Coordinatore nazionale Usi-Ricerca/Ingv

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