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Mercoledì, 24 Apr 2024

Caro Foglietto, mi ha fatto un grande piacere la notizia data nel numero della settimana scorsa: l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) ha deliberato lo scorrimento totale delle graduatorie contenenti idonei, risalenti quasi tutte al 2010, con conseguente assunzione a tempo indeterminato di ricercatori e tecnologi.

Mi sono quasi commosso!

Non riuscii a risolvere il problema dei numerosi precari prima di lasciare la presidenza INGV: avevo messo assieme i fondi necessari ma non mi fu concesso l'allargamento della pianta organica senza il quale, pur disponendo dei fondi necessari, non si possono fare assunzioni.

Inseguii questo "allargamento" in tutti i modi possibili, facendo ore di anticamera in alcuni palazzi, ufficiali e non, del potere romano. Ma non ci fu verso: dopo aver manifestato interesse e disponibilità in genere i miei "riferimenti" concludevano dicendo: "se lo concediamo a te poi lo dobbiamo dare anche a ..." e mi facevano una lista degli enti più strani, comunali provinciali e regionali, a seconda dell'interlocutore. La cosa diventava addirittura grottesca quando qualcuno di questi mi chiedeva di assumere, sia pur a tempo determinato, qualche parente o amico ...

Il gran numero di precari INGV nasce con la sua origine: ad un ING con una pianta organica ottima vennero associati tre istituti del CNR con ottimi ricercatori e tecnici ma con piante organiche poverissime. L'Osservatorio Vesuviano poi aveva la struttura universitaria difficilmente conciliabile con quella degli enti di ricerca. In più ereditammo anche i precari del Gruppo Nazionale di Difesa dai Terremoti (GNDT) e della Vulcanologia (GNV).

Precari, spesso non giovanissimi, di ogni formazione culturale: dalla pedagogia all'ingegneria con fisici, geologi, matematici ... Decisi che nessuno doveva esser lasciato indietro, malgrado indicazioni diverse da parte dei "poteri accademici" e mi detti da fare in quella direzione utilizzando tutti i possibili contatti consentitimi.
Le mie esternazioni in luoghi importanti sulla ricerca che, nel caso INGV era anche da associare alla sicurezza nazionale, lasciavano spesso cortesemente indifferenti i miei interlocutori.

Il ricercatore non può essere precario per un tempo lungo: la sua instabilità e il dover dipendere dalle decisioni di qualcun altro ne limitano, a mio avviso, la capacità creativa. Una comunità scientifica fatta contemporaneamente di persone a tempo indeterminato e a tempo determinato non sarà mai pienamente efficace anzi può trovarsi in situazioni anche molto critiche.

Paradossalmente, l'ideale sono i gruppi in cui tutti sono in linea di principio a tempo indeterminato ma gruppi che possono essere soppressi se la produttività risulta essere scarsa: questo produce un notevolissimo spirito di appartenenza e una notevole autodisciplina: è quanto avviene di fatto nei Paesi maggiormente sviluppati scientificamente.

Spiegai questi problemi ad una giornalista della Stampa che però scrisse un articolo travisando il senso delle mie risposte e mettendomi in cattiva luce. Un fatto incomprensibile!

Comprensibile invece l'invio dell'articolo da parte di due parvenu della Ricerca a Ministri in carica, suscitandone solo l'allegria.

Due poveri falliti che non sanno neanche calunniare.

Riuscii comunque a inserire il problema del precariato INGV nel cosiddetto decreto "MilleProroghe" prevedendo, con una formula criptica ma funzionale, che vi rimanesse per altri due anni, previo rinnovo, con un finanziamento adeguato. Il rinnovo però andava tempestivamente chiesto: il mio successore, preso da sue questioni esistenziali, si "dimenticò" di farlo e tutto il lavoro andò in fumo anche se è restato, mi dicono, il finanziamento.

Non racconterò tutti i dettagli: lo scopo finale era quello di applicare la finanziaria 2006, legge dello Stato, che di fatto aboliva il precariato per mettere in un colpo solo a tempo indeterminato tutti i precari dell'Istituto che avevano maturato certe condizioni minime.

Furono massacranti i viaggi, insieme ai sindacalisti dell’USI (il solo sindacato che molto professionalmente mi seguì e mi aiutò in questa operazione complessa nell'indifferenza della Triplice) in tutte le sedi in cui operava l'Istituto per ottenere dall’Ispettoraro del lavoro che le condizioni necessarie per la stabilizzazione dei precari venissero certificate.

La legge finanziaria 2006 sulla questione del precariato fu, successivamente sterilizzata da una circolare dell'allora Ministro della Funzione Pubblica, Luigi Nicolais.
Nicolais, caduto il governo, diventerà presidente del CNR, anch'esso con tanti precari. Nemesi o indifferenza?

Tuttavia una circolare non può inficiare una legge dello Stato: se fossi riuscito in qualche modo a superare lo scoglio della pianta organica, avrei immediatamente proceduto alle assunzioni.

Molti "esperti" di funzionamento statale insistevano a dirmi, con stile burocratico, che non potevo perseguire una simile strategia. Ma mi chiedevo e chiedevo: che cosa potevano farmi? Al più potevano perseguirmi per legge, facendomi una causa che sarebbe durata dieci anni e forse anche più.

Peraltro, un ricorso ben argomentato contro l'incongrua circolare, patrocinato gratuitamente dal sindacato USI, fu vinto, se non ricordo male, in un grosso istituto di ricerca.

In ogni caso, volevo poi vedere chi, al primo terremoto o eruzione, avrebbe avuto il coraggio di dire che i ricercatori e tecnici INGV, cui è delegata la sicurezza nazionale, dovevano restare precari.

Purtroppo, cominciò il mio assurdo processo e il mio successore fece il tifo per la mia condanna e non ritenne quindi di aver bisogno dei miei consigli o delle mie informazioni. Anzi, per mostrare che era un uomo di carattere e che il vento con lui era cambiato, dopo aver stabilito che la ricreazione era finita, mandò via senza alcuna spiegazione una dozzina di borsisti e contrattisti.

Sarebbe iniziato l'INGV 2.0 come dicono quelli che sanno il fatto loro!

Invece cominciò un inarrestabile declino dell'Istituto, peraltro con tanti ricercatori non più giovanissimi come erano quando l'esaltante avventura dell'ING (poi INGV) ebbe inizio.

Poi, misteriosamente, il tizio lasciò la presidenza dell’ente, accontentandosi del posto nel CDA lasciato libero dal suo successore, un geofisico di medio livello, così definito dal Ministro allora in carica che benedì questa sconcertante operazione: uno scambio di poltrone! Con effetti sulla gestione dell'Istituto, che facilmente possiamo vedere!

Quando, infine, fu fatta una legge per risolvere il problema dei precari INGV, il CDA non fece scorrere le graduatorie, come la legge prevedeva, per ragioni sulle quali stendo, per adesso, un velo pietoso.

Addirittura, i vertici dell'Istituto non sono riusciti ad applicare una legge scritta appositamente per loro con lo sconcerto (e l'ilarità) di ottimi dirigenti della Funzione Pubblica!

Questo ha determinato una conflittualità che si è conclusa poco tempo fa per l'intervento del TAR del Lazio ma che ha lasciato tracce che resteranno a lungo.
Il tutto per una decisione che poteva essere presa tranquillamente anni prima dai vertici dell'Istituto se solo fossero stati all’altezza del compito a loro affidato.
Spero che i precari ormai stabilizzati, che hanno dovuto subire umiliazioni e difficoltà di ogni tipo nel loro lavoro, chiedano cospicui danni morali e materiali ai membri del CDA che hanno irresponsabilmente giocato con le loro vite.

Particolarmente severi dovrebbero essere con i due membri eletti dal personale, uno dei quali è anche nel nuovo CDA. Mi dicono che dipenda dall'amministrazione centrale dell'Istituto a Roma ma che operi a Napoli, non si sa bene sulla base di quale provvedimento specifico.

Che vergogna, comunque! Abbia un sussulto di dignità e si dimetta!

Enzo Boschi, geofisico

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