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Sabato, 20 Apr 2024

Il 24 agosto scorso, nell'Appennino centrale sono morte quasi trecento persone per un terremoto di magnitudo 6.

Ho poi visto e ascoltato questa interessante intervista del Presidente della Commissione Grandi Rischi (Cgr), fisico delle particelle, in cui egli con chiarezza illustra gli scopi della Commissione stessa.

Viene dichiarato che uno dei suoi compiti è quello di dare consigli, anche non richiesti, alla Protezione Civile sul rischio sismico. Peraltro, è il motivo principale per cui la Cgr è stata creata nel lontano 1980.

Stando così le cose, sarebbe adesso importante sapere che consiglio è stato preventivamente dato, se è stato dato, sulla possibilità di un forte terremoto nel breve periodo ad Amatrice.

Questa possibilità appariva dall'andamento della sismicità degli ultimi 50 anni nel segmento appenninico che più o meno va da L'Aquila a Gualdo Tadino, come si evince dalla mappa preparata dagli ottimi sismologi dell'Ingv e mostrata nel Foglietto della settimana scorsa.

Vi si può osservare la lacuna sismica poi riempita dalla sequenza iniziata il 24 agosto.

Oltre a questo esiste un lavoro, scritto da un gruppo di sismologi Ingv di valore indiscusso e pubblicato nel 2012 sulla più autorevole rivista di Sismologia esistente, in cui vi è rappresentata in maniera inequivocabile l'alta probabilità che la zona di Amatrice sarebbe stata colpita da un terremoto potenzialmente distruttivo entro dieci anni a partire dal 2011.

Il lavoro scientifico che cito, intitolato “A ten-year earthquake occurrence model for Italy”, è uscito nel giugno del 2012.

È nel volume 102, alle pagine 1195-1213 del Bullettin of the Seismological Society of America (BSSA). Suggerisco di osservare in particolare la figura 10.

Fu sottomesso per la pubblicazione il 26 giugno 2011.

Non ho motivo di credere che la Commissione abbia ignorato due fatti così importanti: un'osservazione di carattere principalmente statistico validata da un notevole insieme di dati sperimentali.

Ovviamente non si può pensare a una previsione in senso stretto ma non c'è dubbio che ci sono sufficienti motivi per invocare il principio di precauzione e comportarsi di conseguenza.

Voglio credere che in seno alla Commissione queste considerazioni siano state fatte.

Se sono state fatte e se nessuna misura di cautela è stata presa, quanto qui vado esponendo è stato evidentemente considerato privo di valore.

Sarebbe allora importante sapere quali ragionamenti hanno portato a una simile conclusione e, siccome ormai la trasparenza è un valore universalmente accettato e sbandierato, sarebbe utile che venissero mostrati tempestivamente il verbale o i verbali dove questa decisione è stata presa.

Purtroppo è già successo che non siamo mai riusciti a sapere le valutazioni del precedente Presidente della Grandi Rischi, anch'egli fisico delle particelle, che l'8 giugno 2012 suggerì a Mario Monti di lanciare un allarme per un terremoto distruttivo in Emilia (fortunatamente, non si è mai verificato).

Due settimane prima, però, dopo la scossa del 20 maggio 2012, stranamente non si pensò all'alta probabilità di una forte replica a breve nella stessa zona. Purtroppo, senza che venisse preventivata sì verificò una decina di giorni dopo, il 29 maggio, provocando 24 vittime.

Sarebbe utile anche in questo caso conoscere le ragioni di queste determinazioni per migliorare la nostra cultura volta alla difesa dai terremoti.

Si dice, infatti, che dagli errori s'impara, specie se sono gravissimi.

Questo episodio, che vide coinvolto addirittura il Presidente del Consiglio dei Ministri cioè la massima autorità esecutiva, mostra che la Commissione è comunque pronta a lanciare allarmi, cioè in qualche modo a indicare l'imminenza di eventi disastrosi.

Perché questa volta non è stato fatto?

Dal di fuori, è triste e deprimente osservare che si lanciano allarmi per terremoti che poi non si verificano e nulla viene detto in anticipo per terremoti devastanti che appaiono avere, su basi scientifiche incontrovertibili, un'alta probabilità di verificarsi.

Ne va della sicurezza della gente e della credibilità di Istituzioni, che faticosamente si erano guadagnata sul campo la fiducia della gente.

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