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Venerdì, 29 Mar 2024

Il professor Boschi, tre anni fa, esattamente il 3 settembre 2013, dopo che tanto avevamo insistito, decise di scrivere per Il Foglietto, nella rubrica “L’angolo di Boschi”, e lo fece con una premessa che noi, ma crediamo anche altri, apprezzammo non poco e che sicuramente egli ricorderà: “Ringrazio Il Foglietto per questa opportunità. Parlerò di cose che conosco: di Geofisica e di coloro che la fanno, principalmente. Ma anche di altro. Esprimerò le mie opinioni, consapevole di poter sbagliare e sempre pronto a ricredermi e a scusarmi”.

Professor Boschi, anzi geofisico Boschi, come preferisce essere chiamato, dopo aver scritto più di cento articoli per il nostro notiziario settimanale on line, è sempre convinto di aver fatto una buona scelta? Non crede che tanti giornali prestigiosi non esiterebbero a pubblicare i suoi editoriali?

Qualche volta scrivo anche sui giornali ma avviene sulla base della loro necessità di trattare un argomento specifico. Accade anche che mi rifiuti di scrivere perché non conosco sufficientemente la materia o perché semplicemente non ne ho voglia. Invece Il Foglietto mi lascia la libertà completa di scegliere l'argomento e la lunghezza del testo. Così è molto più divertente, almeno per me. Quindi sono contentissimo di scrivere sul Foglietto e vi ringrazio per l'opportunità che mi avete dato. Mi avete dato il modo di dedicarmi a qualcosa di interessante nel periodo peggiore di tutta la mia vita. Oltre alla paura di andare in galera, temevo anche per la mia salute. Pensate: il mio dottore mi suggeriva sempre di sfogarmi e mi consigliava di piangere il più possibile da solo, per evitare l'insorgere di tumori. Il processo in Italia è già una condanna, specialmente se ha una copertura mediatica mondiale come nel mio caso. Devo infine confessarvi l'evidenza, cioè che, rileggendo qualcuno dei miei articoli più vecchi, come "giornalista" non sono un granché. Comunque, sto tuttora cercando di migliorarmi.

I suoi articoli, molto spesso, appaiono dirompenti, perché fuori dal coro, documentati, circostanziati e tutt’altro che riverenti nei confronti del potere. In questi tre anni sono aumentati i suoi amici o i suoi nemici?

Scrivo solo di argomenti che conosco molto bene. Non mi permetterei mai di esprimere giudizi su persone o fatti che non conosco a fondo. Durante il mio lungo calvario processuale, dal 2010 al 2015, colleghi delle scienze della Terra e giornalisti hanno formulato giudizi sul mio conto senza sapere niente di quello che era stato detto o fatto a L'Aquila in connessione al terremoto del 2009. Senza che avessero seguito neanche un'udienza del processo. Quei colleghi erano mossi soltanto dal desiderio di sentirsi importanti, almeno per una volta, e per vendicarsi del fatto che non ho mai nascosto che non li considero scientificamente affidabili. Su di loro scrivo senza pietà, in modo decisamente critico, sulla base di fatti verificabili. Per i giornalisti sto preparando un'antologia delle sciocchezze e inutili cattiverie scritte. Ho circa una quarantina di chilogrammi di ritagli di giornale da consultare. Ho tenuto solo quelli in italiano, francese e inglese ... Per la mia esperienza sono molto impegnato a evitare considerazioni di cui non sono completamente sicuro. Gli amici veri sono rimasti tali, mentre molti che mi professavano amicizia, anche in modo eccessivamente servile, non si fanno più vivi e questo è uno dei pochi risultati positivi della mia tristissima vicenda processuale.

Cento articoli non sono tanti ma neppure pochi. A replicarle tramite Il Foglietto, se non ricordiamo male, è stata soltanto una commissione dell’ultima Abilitazione scientifica nazionale, alla quale, lei, comunque, ha controreplicato efficacemente. Perché, secondo lei, altri non hanno mai accettato un confronto leale e hanno preferito ignorare i suoi scritti? Oppure le scrivono in privato?

In realtà, scrivo i miei articoli sempre nella speranza che ci siano reazioni possibilmente puntute, in modo da consentirmi di reagire in maniera ancor più dura. La commissione dell’ultima Abilitazione scientifica nazionale a cui fate riferimento minacciò di ricorrere a vie legali contro di me, credendo di impaurirmi. Poi due membri riferirono separatamente a un mio amico fraterno (affinché io ne venissi edotto) che solo grazie al loro impegno la commissione aveva deciso di non adire. Come se io fossi scemo. Molte volte la gente un po' inesperta crede che basti una minaccia per far cambiare idea alle persone. O danno retta ad avvocati che giustamente hanno bisogno di "lavorare". Io i tribunali li ho conosciuti dal di dentro e ho visto come sia facile che "i pifferi vadano per suonare e siano suonati". Se avessi criticato erroneamente una persona perbene, costui mi avrebbe dimostrato il mio errore e io mi sarei doverosamente scusato. Se invece mi si fanno minacce generiche, significa che c'è solo malanimo nei miei confronti e incapacità di reagire da persona civile. 

In questi mille giorni da Foglietto, ha mai ricevuto querele, minacce, più o meno dirette, lettere anonime, insulti? Se sì, come si spiega il ricorso ad una simile aberrante pratica, quando invece sarebbe sufficiente replicare ai suoi articoli e chiederne la pubblicazione sul nostro notiziario? In fin dei conti, il dibattito su questioni scientifiche, anche se molto vivace, c’è sempre stato.

Ho ricevuto moltissime lettere anonime con insulti pesantissimi nelle intenzioni di chi me li rivolge. In realtà, sono insulti generici di persone rose dalla rabbia e dall'impotenza che non sanno che dire. Insulti feroci ma di fatto innocui. Come dico spesso, è dagli insulti che uno proferisce che si può capire il suo livello intellettuale e culturale. Molti sbagliano anche l'indirizzo e le lettere mi arrivano con ritardo e spesso non riesco a capire che cosa abbia scatenato la rabbia. Modestia a parte, comunque, ho ricevuto lettere anonime semplicemente con l'indirizzo: "Enzo Boschi, Bologna". Dopo l'assoluzione definitiva, in realtà, sono diminuite. Voglio che gli anonimi sappiano che non conservo alcun rancore verso di loro. Anzi mi rattristo per loro pensando che vita squallida conducano coloro che hanno questa mania vergognosa. Vadano da uno bravo e insieme a lui cerchino di capire che cosa li spinge a comportamenti tanto asociali e vigliacchi. È un mistero che cosa ci sia di soddisfacente nell'inviare lettere anonime, a meno che non sia qualcuno che ti è vicino e può verificarne l'effetto.

Quando nel 2011 ha salutato l’Ingv, ritiene di aver lasciato un ente in buono stato di salute, nonostante l’abnorme presenza di personale precario?

Lasciai l'Istituto in ottimo stato economico e organizzativo. Avevo messo a punto anche una strategia per sistemare tutti i precari in un solo colpo. Il mio successore ritenne di non aver bisogno delle mie informazioni e dei miei suggerimenti, forse troppo preso a sistemare i suoi problemi personali. Per i precari fece una sola cosa: mandò via 12 ricercatori fra borsisti e contrattisti, senza spiegazioni. Forse per far vedere che era un vero uomo! Fece un discorso di insediamento con tanto di famiglia al seguito. Disse anche che lui avrebbe alzato una bandiera rossa prima del terremoto del 2009, intendendo che avrebbe dato un evidente segnale di pericolo. Forse parlava per far impressione sulla famiglia, visto il suo comportamento nei terremoti successivi. Avevo ereditato i precari sopratutto dall'unione dei vari istituti geofisici che furono messi assieme con la costituzione dell'Ingv nel 1999 ma assolutamente nessuno rischiava e rischiò il posto durante la mia gestione! 

Perché ha deciso di cedere alle nostre insistenze e di accettare di scrivere editoriali per Il Foglietto? Non avrebbe fatto meglio a godersi la meritata pensione, dopo la tristissima vicenda che, per il terremoto di L’Aquila, l’ha vista sul banco degli imputati in tre gradi di giudizio con l’accusa di omicidio colposo plurimo, accusa dalla quale è uscito, dopo la condanna in primo grado, pienamente assolto, sia in Appello che in Cassazione?

Io non sono e non mi sento in pensione. Continuo a insegnare Sismologia come professore a contratto (gratuito) e sono impegnato in un grandissimo progetto di ricerca, che vedrà la luce nel prossimo futuro. Dopo l'assoluzione, mi vengono spesso offerte consulenze di varia natura anche dall'estero, specialmente dall'estremo oriente. Le rifiuto perché ho viaggiato troppo e non ne ho più voglia. Scrivere sul Foglietto mi diverte ed è un utilissimo esercizio per imparare a scrivere chiaro. Presto forse, se siete d'accordo, vorrei raccontare fatti del processo aquilano che non sono emersi anche per mostrare la miseria umana di alcune persone.

Un’ultima domanda: che cosa le piace del Foglietto ovvero cosa dovremmo cambiare?

Del Foglietto mi piace soprattutto l'indipendenza: niente pubblicità e niente padroni! Scriviamo con la nostra testa e ci mettiamo la faccia anche letteralmente! Tutti possono reagire, criticare e correggere. Non credo che siano in molti nello sterminato mondo dell'informazione a poter dire la stessa cosa. 

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