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Giovedì, 28 Mar 2024

Quello del Gran Paradiso è stato il primo Parco ad essere istituito in Italia, a seguito di Regio decreto n. 1584 del 3 dicembre 1922, convertito con la legge 17 aprile 1925, n. 473, insistendo sui terreni costituenti la riserva reale di caccia del Gran Paradiso.

Con decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato n. 871 del 5 agosto 1947, ratificato con legge n. 561 del 17 aprile 1956, ha assunto la qualificazione giuridica di Ente, con sede legale, presidenza e direzione a Torino e sede amministrativa ad Aosta.

La superficie del Parco è suddivisa in due ambiti, ricadenti nel territorio di 13 comuni, di cui 6 appartenenti alle Regione Piemonte (Ceresole Reale, Locana, Noasca, Ribordone, Ronco Canavese, Valprato Soana) e 7 alla Regione Valle d’Aosta (Aymavilles, Cogne, Introd, Rhêmes-Saint-Georges, Rhêmes-Notre-Dame, Villeneuve, Valsavarenche).

Dalla Relazione sul risultato del controllo sulla gestione finanziaria 2018 dei 22 Enti parco nazionali, redatta dalla Sezione controllo Enti della Corte dei conti, trasmessa alle Presidenze del Parlamento lo scorso 9 luglio, si apprende, tra l’altro, che, con decreto del Ministero dell’ambiente del 20 novembre 1997, d’intesa con le suddette regioni, la disciplina del Parco è stata adeguata ai principi della legge-quadro n.394/91.

Con riguardo agli strumenti di programmazione, con deliberazioni di Giunta della Regione Piemonte e della Regione autonoma Valle d’Aosta, entrambe del 22 marzo 2019, è stato approvato sia il Piano del Parco che il Piano pluriennale economico e sociale (PPES), mentre il Regolamento dello stesso Parco, adottato con deliberazione del Consiglio direttivo nel 2009, è attualmente in corso di revisione.

Il Presidente e il Consiglio direttivo dell’Ente sono stati nominati con decreto ministeriale rispettivamente in data 12 luglio 2016 e 14 settembre 2017.

La Comunità del Parco, infine, è costituita dai sindaci dei comuni nel cui territorio ricade il Parco nonché dai Presidenti delle Regioni Piemonte e Valle d’Aosta, dai presidenti della Provincia di Torino, dell’Unitè des Communes Gran Paradise e della Comunità montana Orco e Soana.

Il Collegio dei revisori dei conti è stato nominato a novembre 2015, con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze.

Le unità di personale in servizio alla fine dell’esercizio 2018, oltre al Direttore, erano pari a 78, di cui 77 con contratto a tempo indeterminato e 1 con contratto a termine.

La sorveglianza sul territorio del Parco viene assicurata dal Corpo delle guardie, alle dipendenze dell’Ente, che al 31 dicembre 2018 era composto da 51 unità.

Il Direttore attualmente in carica è stato nominato con decreto ministeriale del 24 novembre 2017.

La spesa per il personale, esclusa la quota di Tfr, nel 2018 è stata pari a euro 3.650.028 (+1,2 per cento, rispetto al 2017), incidendo nella misura del 60,8 per cento sul totale della spesa corrente.

Con riferimento all’attività istituzionale, dalla suddetta Relazione della Corte dei conti si evince che l’Ente, nel corso del 2018, è stato impegnato in numerosi progetti, molti dei quali finanziati o cofinanziati dall’Ue.

In materia di contenzioso, viene segnalata la definizione, nel corso del 2019, dell’annosa controversia legale tra l’Ente e la Regione Piemonte, per il recupero dei fondi a carico della stessa Regione, finalizzati al sostegno di azioni mirate al completamento di strutture informative e per la fruizione sostenibile del versante piemontese del Parco. Una transazione tra le parti ha portato nelle casse dell’Ente la somma di 754.000 euro, oltre interessi di mora, come per legge.

Il conto consuntivo dell’Ente, per il 2018, si è chiuso in rosso (-140.603 euro), in controtendenza rispetto all’esercizio 2017 (+18.427 euro).

Tale risultato è ottenuto dalla somma algebrica dell’avanzo della gestione corrente, pari a euro 271.603 (-35,3 per cento, rispetto al 2917)) e del disavanzo della gestione in conto capitale, pari a euro 412.206 (401.440, nel 2017).

Il risultato della gestione corrente è stato determinato alla diminuzione delle entrate correnti (-16,5%), ammontanti a complessivi 6.275.226 euro, compensata in parte dalla riduzione delle spese correnti (-16,3%), pari a complessivi euro 6.003.623.

I trasferimenti statali, pari a euro 6.051.984, hanno rappresentato il 96,4 per cento del totale delle entrate correnti (80,1 per cento, nel 2017).

In detta voce sono ricompresi: i contributi del Ministero dell’ambiente per il funzionamento (5.534.824 euro) e quelli per l’attuazione della Direttiva sulla biodiversità (100.000 euro); un ulteriore contributo di euro 91.951, per l’assunzione di personale (art. 2, commi 337 e 338 della legge n. 244/2007); un contributo straordinario dello stesso Ministero (euro 301.208) per le spese per il Corpo delle guardie del Parco, nonché il trasferimento derivante dalla destinazione del “cinque per mille” (euro 24.000).

Le entrate derivanti dalla vendita di beni e prestazioni di servizi sono state pari ad euro 34.155, con una contrazione del 23,5 per cento rispetto all’esercizio 2017, allorquando erano state pari ad euro 44.667.

Crollo verticale (-89,6 per cento), poi, sia dei finanziamenti regionali, passati da euro 334.800, nell’esercizio 2017, a euro 34.800, nel 2018, che di quelli provenienti da altri Enti pubblici, che nel 2018 hanno subito una contrazione del 98,6 per cento rispetto al 2017, passando da euro 1.036.886 ad appena 14.000 euro, di cui 8.000, a titolo di contributo da parte della Fondazione Cassa di risparmio di Torino, e 6.000, quale contributo da altri parchi nazionali.

Dalla succitata Relazione dei giudici contabili si apprende che, per l’Ente Parco, “tale dato è riconducibile all’assenza di contributi relativi a nuovi progetti comunitari, presenti nell’esercizio precedente”.

Le spese per le prestazioni istituzionali hanno registrato una diminuzione percentuale consistente (-50%), passando da euro 2.380.457 a euro 1.189.929, risultato che per la Corte dei conti “va apprezzato negativamente”.

Quanto alle spese in conto capitale, pari a complessivi euro 718.752 (1.163.752, nel 2017), esse sono derivate per il 64,1 per cento dalla “acquisizione di beni durevoli e opere immobiliari”, per 460.582 euro. Le entrate in conto capitale si sono assestate, invece, a complessivi euro 306.546 (di cui 241.091, a titolo di contribuzione ministeriale, per il recupero di un centro di riqualificazione ambientale per lo studio e la conservazione dei corsi d’acqua e specie acquatiche), con una drastica riduzione (-59,8 per cento) rispetto al 2017, quando erano state pari ad euro 762.352.

Con riferimento alla situazione amministrativa, le risultanze finali dell’esercizio 2018 evidenziano l’aumento dell’avanzo di amministrazione (+6,1%), che passa da 4.804.041 euro a 5.096.834, di cui, però, 4.512.840 vincolati.

Quanto, infine, al conto economico, l’esercizio 2018 si è chiuso con un risultato positivo di euro 352.052 euro (euro 1.200.378, nel 2017).

(15 – continua)

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