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Venerdì, 19 Apr 2024

Il Parco nazionale del Pollino, con sede nel Comune di Rotonda (Potenza), è stato istituito con legge 67/1988, mentre l’Ente cui è affidata la gestione è nato con Dpr del 15 novembre 1988, con il quale sono state definite anche le misure di salvaguardia del Parco stesso, valide sino all’entrata in vigore degli strumenti di programmazione, non ancora vigenti.

Il Parco del Pollino, che rappresenta, con i suoi 192.000 ettari, l’area protetta più estesa d’Italia, ricade nelle Regioni Basilicata e Calabria e comprende 56 Comuni, appartenenti alle Province di Potenza, Matera e Cosenza, e 9 Comunità montane.

Dalla Relazione sul risultato del controllo sulla gestione finanziaria 2018 dei 22 Enti parco nazionali, redatta dalla Sezione controllo Enti della Corte dei conti, trasmessa alle Presidenze del Parlamento lo scorso 9 luglio, si apprende, tra l’altro, che il Piano per il Parco è stato approvato con deliberazione del Consiglio direttivo del 17 maggio 2011, su cui la Comunità del Parco, in data 6 maggio 2001, ha espresso parere favorevole.

Successivamente, è stato avviato l’iter per la Valutazione ambientale strategica (VAS) e per l’aggiornamento degli elaborati del Piano. Con provvedimento dirigenziale del 26 luglio 2016, l’Ente, previo protocollo d’intesa con le Regioni interessate, ha dato avvio alla consultazione preliminare prevista dall’art. 3 del decreto legislativo n.152/2006.

Con apposito contratto, sottoscritto in data 5 novembre 2018, l’Ente ha affidato all’esterno la redazione del Rapporto ambientale, della sintesi non tecnica e di revisione degli elaborati della proposta di Piano per il Parco, e in data 3 luglio 2019, ha approvato l’aggiornamento della documentazione relativa agli strumenti di pianificazione, che ha poi trasmesso alle Regioni Calabria e Basilicata, per l’acquisizione del parere paesaggistico e per l’adozione del medesimo Piano.

Mentre la Regione Calabria ha formalizzato l’adozione del Piano, la stessa cosa non può dirsi per la Regione Basilicata, dove l’istruttoria è tuttora in corso.

In attesa di approvazione anche altri due strumenti di pianificazione: il Regolamento del Parco e il Piano pluriennale economico e sociale (PPES), di cui l’Ente continua a essere sprovvisto.

Il Presidente in carica è stato nominato, per la durata di un quinquennio, con decreto ministeriale del 15 dicembre 2017 e, con deliberazione del 5 febbraio 2018, il Consiglio direttivo ha nominato il vice Presidente.

La Giunta esecutiva è stata ricostituita con deliberazione del Consiglio direttivo del 21 dicembre 2018.

Al Collegio dei revisori, nominato con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze (Mef), alla scadenza del mandato quinquennale, è subentrato un Collegio straordinario, nominato dallo stesso Mef con decreto del 20 maggio 2020.

Il Direttore dell’Ente è stato nominato con decreto del Ministero dell’ambiente del 7 agosto 2017.

Le unità di personale in forza all’Ente al 31 dicembre 2018 erano pari a 109, di cui 44 di ruolo, con contratto a tempo indeterminato, e 65, fuori ruolo, con contratto a tempo determinato, di cui fanno parte, oltre al Dirigente amministrativo, n. 62 ex Lavoratori socialmente utili (Lsu) e n. 2 operai agricoli, assunti nell’ambito del Progetto “RNO Valle del Fiume Lao”.

Le funzioni di vigilanza e controllo del Parco nazionale del Pollino vengono svolte dal raggruppamento Carabinieri forestali, con un organico che, al 31 dicembre 2018, era pari a 91 unità.

La spesa per il personale in servizio nell’esercizio 2018, ad esclusione dell’accantonamento per il Tfr, è stata di euro 1.851.120, con un incremento del 13,2 per cento rispetto al 2017 quando, però, nessun onere era stato sostenuto per il Direttore, in quanto mancante.

Con riferimento all’attività istituzionale, dalla succitata Relazione dei Giudici contabili, si evince che l’Ente, nel corso del 2018, ha avviato numerose procedure di interventi strutturali per la conservazione, la tutela e la fruibilità del territorio. In tale ambito, sono stati destinati complessivi euro 319.000 in favore dei Comuni per interventi di valorizzazione e fruizione del territorio del Parco, a seguito di avviso pubblico.

L’Ente, inoltre, ha approvato il Piano quinquennale antincendio boschivo 2018-2022, mentre, per quanto riguardo la Direttiva habitat, ha realizzato numerose azioni, tra cui: costituzione della rete dei boschi vetusti dei parchi nazionali dell’Appennino meridionale; interazione tra cinghiale e biodiversità; misure coordinate per la protezione del lupo; monitoraggio delle specie di ambiente umido-acquatico; conservazione della lontra; monitoraggio del gatto selvatico; monitoraggio degli effetti del global change sulla biodiversità dei pascoli; Progetto “Pino loricato: dalla genetica all’ecofisiologia dei pini millenari”.

L’Ente ha, altresì, dato avvio a tutte le attività previste dal piano di monitoraggio habitat e specie delle aree di “Rete Natura 2000” del versante calabrese del Parco, con finanziamento della Regione Calabria.

Inoltre, con riferimento alla Carta europea del turismo sostenibile (Cets), sono stati certificati 10 operatori turistici; è proseguita, poi, la gestione dell’”Ecomuseo” ed è stato portato a termine il programma di erogazione di contributi per eventi e manifestazioni nel territorio del Parco, al fine di incrementare i flussi turistici.

Per quanto riguarda, poi, il progetto di tutela e valorizzazione dei “Geositi” del Parco (Geoparco Globale Unesco), sono state effettuate iniziative di divulgazione e convegni.

Con riferimento all’esame del rendiconto della gestione finanziaria 2018, la Corte dei conti, preliminarmente, ha rilevato che il medesimo rendiconto “come quello dei precedenti esercizi 2016 e 2017, è stato deliberato oltre il termine del 30 aprile stabilito dall’art.38 del d.p.r. n.97del 2003”, per cui “ritiene che il reiterato, mancato rispetto del predetto termine, oltre a incidere negativamente sulla regolare gestione contabile, debba essere valutato attentamente dai Ministeri vigilanti (Ministero dell’ambiente e dell’economia e delle finanze, ndr), stante il disposto dell’art.15, c.1 bis del d.l. n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 111 del 2011”.

Nel merito, il conto consuntivo 2018 ha registrato un considerevole avanzo di competenza pari a euro 3.866.703, con un incremento del 242,3 per cento rispetto all’esercizio precedente, allorquando era stato di euro 1.129.615.

Tale risultato è stato determinato dal saldo più che positivo della gestione in conto capitale, 4.154.277 euro, in virtù del consistente aumento dei trasferimenti, sia statali (da euro 155.001, nel 2017, a euro 1.597.857, nel 2018, con un aumento del 930,9%) che regionali (da euro 675.921, nel 2017, a euro 5.558.918, nel 2018, con un aumento del 722,4%); la gestione corrente, invece, contrariamente all’esercizio precedente, ha registrato un disavanzo di euro 287.575, pur in presenza di una contrazione del 10,2 per cento della spesa corrente.

Le entrate correnti hanno registrato un decremento del 38,6 per cento; tra esse, i trasferimenti statali, costituiti dal contributo ordinario per spese obbligatorie, hanno inciso per l’85,2 per cento, mentre quelli delle Regioni, per il 14,2 per cento. Del tutto irrilevanti le entrate da vendita di beni e prestazione di servizi, risultate pari ad appena euro 3.539, peraltro, in diminuzione del 8,6 per cento rispetto al 2017.

Le entrate in conto capitale, pari a 7.174.775 euro (+763,5 per cento, rispetto al 2017), hanno compreso, in particolare, euro 1.476.357 euro, quale finanziamento del Ministero dell’ambiente, nell’ambito del Fondo di sviluppo e coesione 2014-2020 - Piano operativo ambiente – per interventi di messa in sicurezza del costone roccioso Valle del Raganello nel Comune di Civita; euro 1.230.000, quale finanziamento della Regione Basilicata a valere sui Fondi POR-FESR Basilicata 2014-2020 – asse5; euro 4.328.918, quali contributi della Regione Calabria nell’ambito del POR-FESR Regione Calabria 2014 –2020 – asse 6; euro 121.500, quale trasferimento del Ministero dell’ambiente, a valere sulla Direttiva biodiversità.

Le spese correnti, nell’esercizio in esame, come già evidenziato, sono risultate in diminuzione del 10,2 per cento rispetto al 2017. Ad incidere maggiormente sul totale (pari a euro 5.218.791), sono state quelle per il personale (35,5%), per l’acquisto di beni di consumo e servizi (35%) e per le prestazioni istituzionali (23,1%). Queste ultime, pari a complessivi euro 1.205.579, hanno registrato un incremento del 9,3 per cento rispetto al 2017; le voci percentualmente più rilevanti sono risultate, come nell’esercizio precedente, quelle relative agli indennizzi per danni da fauna (49,8% sul totale), al funzionamento del reparto dei Carabinieri che espleta l’attività di sorveglianza (26,3%) e quelle per la prevenzione degli incendi boschivi (19,7%).

Le spese in conto capitale, infine, il cui importo complessivo è stato pari a euro 3.020.498 (+56,9 per cento rispetto al 2017), sono state costituite, per il 97,6 per cento, da quelle per l’acquisizione di beni di uso durevole e di opere immobiliari (+54,9 per cento rispetto all’esercizio precedente), su cui ha inciso soprattutto la spesa finanziata dal Ministero dell’ambiente per la messa in sicurezza del costone roccioso nel Comune di Civita, di cui si è detto innanzi.

L’esercizio finanziario esaminato dalla Corte dei conti si è concluso con un avanzo di amministrazione di euro 10.310.456 (+64 per cento rispetto al 2017), vincolato per complessivi euro 9.022.613.

Il conto economico, infine, ha segnato un disavanzo di euro 1.392.395, in controtendenza rispetto al 2017 (+396.651), risultato che ha inciso negativamente (-8,9 per cento) sulla consistenza del patrimonio netto, assestatosi a euro 14.299.708.

(19 – continua)

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