Giornale on-line fondato nel 2004

Lunedì, 04 Dic 2023

Nel caso vi fosse sfuggito, e ammesso che vi interessi, pochi giorni fa il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha rilasciato il suo Fiscal monitor, tutto dedicato alla transizione energetica, dove si legge che entro il decennio il mondo arriverà ad esprimere un debito globale pari al 100 per cento del pil.

E che sarà mai, direte. Noi italiani l’abbiamo superato da tantissimo tempo e viviamo benissimo. Benissimo: oddio. Salvo tormentarsi per ogni manovra finanziaria, sperare nella compiacenza delle banche centrali e degli investitori internazionali, vivere il batticuore dello spread, stiamo benissimo in effetti. E allora di cosa dovrebbe preoccuparsi il mondo?

Preoccuparsi magari no, ma occuparsi magari del fatto che le due maggiori economie globali, ossia Usa e Cina contribuiscono talmente a questa crescita del debito che se le escludiamo dal computo il rapporto debito/pil, stimato in crescita dell’1 per cento l’anno fino al 2030, crescerebbe della metà.

Detto diversamente: siamo tutti ostaggi dei mal dei pancia cino-americani, che trovano abbondantemente di che alimentarsi in un contesto di crescita che rallenta e di costo del debito che sale, il che non è certo un buon viatico per la sostenibilità di un debito crescente. E da quando le banche centrali hanno smesso di tenere i tassi bassi, la sostenibilità è diventata un affare assai più complicato di prima.

In questo mondo, che si avvia verso un debito complessivo pari al prodotto, si inserisce con la forza di un meteorite la transizione energetica, di cui sappiamo nulla tranne che sarà costosissima. Ed è per questo che, scrive Vitor Gaspar, direttore del dipartimento fiscale del Fmi, nella sua introduzione al rapporto, “il settore privato ha un ruolo cruciale da giocare”.

Il che è sicuramente vero. Ma chi ha memoria lunga e qualche annetto sulle spalle, ricorderà che il privato è bravissimo a socializzare le perdite, piuttosto che i guadagni e che i suoi calcoli economici difficilmente coincidono col benessere collettivo.

Nulla vieta, ovviamente, di provare a incoraggiarli, questi benedetti privati, a darci una mano nel nostro viaggio verso un mondo meno inquinato. Ma sempre l’esperienza ci insegna che le transizioni energetiche – ad esempio quella dal carbone (che ancora si usa) al petrolio (che si userà ancora a lungo) – sono state guidate dalla fame di profitto, non certo dalle preoccupazioni ambientali. La fame di energia ha quasi condotto al disboscamento dell’Europa, alcuni secoli fa.

Perciò ben vengano i privati, ma serve anche un piano b, specie quando il debito globale si avvicina verso il livello di guardia. Il Fmi sta spingendo i suoi numerosi membri a migliorare il proprio sistema fiscale, da dove si presuppone debbano arrivare i fondi per pagare il biglietto del viaggio verso un mondo più fresco. Ma i singoli paesi sono già spremuti abbastanza (valga sempre il nostro come esempio).

Al tempo stesso, si parla ancora di global saving glut, ossia di eccesso di risparmio che adesso, coi nuovi tassi, sarà molto felice di finanziare a caro prezzo i governi. Forse se questi risparmiatori potessero investire su strumenti sovranazionali – modello next generation Ue, per intenderci – potrebbero pure rinunciare a qualche decimo di rendimento per lasciar dormire più tranquilli i propri capitali.

I privati magari collaborano più volentieri se sono sicuri di guadagnarci, anche meno se rischiano meno. Ma per convincerli serve un progetto complessivo, davvero sovranazionale, che coinvolge le principali economie del pianeta. E questo è un lavoro per i governi, non certo per i privati.

Maurizio Sgroi
giornalista socioeconomico
autore del libro “La storia della ricchezza”
Twitter @maitre_a_panZer
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

empty alt

A proposito di “Una giornata particolare” di Aldo Cazzullo

Mercoledì scorso è andata in onda su La7 l'ultima puntata di Una giornata particolare di Aldo...
empty alt

L’Università per Stranieri di Siena dedica la sala di lettura a Michela Murgia

Presso l'aula magna “Virginia Woolf”, giovedì 14 dicembre alle ore 12:00, la comunità...
empty alt

Cina e Usa ad alto gradimento in Africa. E l’Europa?

In una recente pubblicazione, l’Ispi si domanda se l’Africa, oggetto di tante e diverse...
empty alt

Il governo prepara lo sterminio dei lupi e apre a quello degli orsi

Il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Misaf), Francesco...
empty alt

Lavoratore dimissionario ha diritto alle ferie non godute

Con ordinanza n. 32807/2023, depositata il 27 novembre scorso, la Corte di cassazione – Sezione...
empty alt

L'Osservatorio sulla corruzione nella PA presenta il Rapporto 2022

Il 16 novembre scorso, l’Osservatorio sulla corruzione nella Pubblica Amministrazione ha diffuso...

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI
Back To Top