Non comprendo le elucubrazioni analitiche di tanti commentatori. Quel che sta accadendo in Medio Oriente è chiaro e semplice da tempo: è la precisa volontà di Netanyahu. Voleva la guerra regionale per tirare a campare e ora ce l'ha.
La sicurezza di Israele è diventata un puro pretesto per fare una politica che assicura ad Israele - e agli ebrei sparsi per il mondo - tutto fuorché la sicurezza. I suoi obiettivi strategici sono due: la Grande Israele dal "fiume al mare" con l'apartheid dei palestinesi e il dominio su tutta l'area mediorientale forte delle sue capacità militari, anche atomiche, e della superiorità del Mossad.
Per questo ha orrore di uno Stato palestinese e ha massacrato impunemente i palestinesi di Gaza e quelli della Cisgiordania.
Approfitta delle contraddizioni fra sciiti e sunniti nel mondo islamico, del nazionalismo confessionale e regressivo di Hamas, della inconsistenza della Anp, dell'inanità di un Europa in tutt'altre faccende affaccendata e delle debolezze patetiche di Biden e degli Usa immersi nello scontro elettorale fra Trump ed Harris.
Non ne avrebbe bisogno, ma qui in Italia, oltre a quelli del governo delle destre che per non scontentare gli americani hanno assunto la divisa dell' "astensione", può perfino contare sugli aiutini di chi indica il pogrom in stile nazista di Hamas del 7 ottobre come inizio della rivoluzione palestinese.
Aldo Pirone
scrittore e editorialista
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