L’articolo del Foglietto della scorsa settimana, sui “Vini di alta quota”, fatti affinare per un anno a 2813 metri di altitudine, all’interno dell’Osservatorio di Pizzi Deneri (Linguaglossa-Catania) dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), sembra aver creato un certo sommovimento non solo all’interno dell’ente di via di Vigna Murata ma anche nella sede territoriale di Catania.
Nei sette giorni appena passati, infatti, si sono registrate due prese di posizione indirizzate non al Foglietto, ma a un giornale, Il Fatto Quotidiano, che aveva ripreso la nostra notizia, inserendola in un articolo dal contesto più vasto.
A replicare per prima al giornale diretto da Marco Travaglio, è stata l’amministrazione centrale, con la seguente nota: “In riferimento all’articolo, si comunica che l’Amministrazione dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sta effettuando gli opportuni approfondimenti del caso, in quanto l’intero iter istruttorio e la convenzione relativa furono compiuti nel 2015 quando l’INGV aveva una dirigenza diversa; gli attuali vertici dell’ente non possono essere in alcun modo chiamati in causa”.
A seguire, un’altra lettera, sempre indirizzata al Fatto, questa a firma di Eugenio Privitera, direttore dell’Osservatorio Etneo da settembre 2013, che di seguito riportiamo.
“Gentile Direttore,
in riferimento all’articolo de quo e al successivo commento da parte della definitasi attuale ‘dirigenza’ e/o ‘Amministrazione’ dell’INGV, si comunica che l’odierno Direttore dell’Osservatorio Etneo - Sezione di Catania stesso INGV, Dr. Eugenio Privitera, smentisce categoricamente ogni illazione e/o ombra proiettata sulla sua attività in tale veste, riservando ogni azione a sua tutela in tutte le sedi competenti, limitandosi a precisare sinteticamente che la mancata ristrutturazione dell’immobile di cui si controverte non è al medesimo addebitabile, essendo ciò stato concertato con i pregressi vertici amministrativi; nessuna vendita di vini è ancora occorsa ma di certo non assume rilievo essendo dedicato ad essa uno spazio di uno scarso metro quadro, assolutamente inidoneo ad arrecar nocumento alle attività d’Osservatorio; ma soprattutto i fondi che si sostengono andati in fumo sono assolutamente rendicontati ed utilizzati per attrezzature fondamentali per la complessa attività sottostante al preoccupante fenomeno vulcanologico di cui in particolare si occupa, per ragioni logistiche comprensibili anche ai non addetti, in particolare Catania data la sua sempre attiva Etna”.
Come detto, nessuna missiva al Foglietto che, come hanno potuto constatare i nostri lettori, non solo ha raccontato il fatto, ma ha anche posto delle precise domande alle quali, fino a oggi, la nuova amministrazione dell’Ingv, che pure ha pubblicizzato l’evento inserendolo tra le news presenti sul proprio sito web, non ha ritenuto di dare risposte, neppure interlocutorie, in attesa, forse, dell’esito degli “opportuni approfondimenti” che, siamo certi, gli attuali organi di vertice non mancheranno di rendere pubblico.
Da segnalare, infine, che anche la nota emittente Siciliana Ultimatv canale87 ha dedicato alla vicenda un lungo articolo, con intervista al direttore Eugenio Privitera e al suo predecessore, Domenico Patané.
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.