Forse è la prima volta, almeno negli enti pubblici di ricerca, che un presidente deleghi una parte qualificante dei poteri conferitogli dallo Statuto a tre componenti del consiglio di amministrazione.
E’ accaduto al Cnr, dove nei giorni scorsi sono stati resi pubblici tre provvedimenti con i quali il presidente dell’ente, Massimo Inguscio, ha delegato ai consiglieri Gloria Saccani Jotti, Tommaso Edoardo Frosini e Roberto Lagalla il compito di vigilare e sovrintendere il corretto svolgimento delle attività dell’ente, con attività di studio, analisi e trattazione delle problematiche relative agli Istituti del CNR, con la finalità di evidenziarne le criticità e proporre soluzioni operative idonee al loro superamento.
La professoressa Saccani Jotti dovrà occuparsi degli Istituti afferenti al Dipartimento di Scienze Biomediche; il professor Frosini di quelli afferenti al Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale e il professor Lagalla degli Istituti collocati nell’area meridionale del Paese.
Al Cnr, però, deve essere forse sfuggito che alcuni Istituti di Scienze Biomediche ed altri di Scienze Umane e Sociali sono allocati nell’Italia meridionale, per cui sorge spontanea una domanda: per evitare sovrapposizioni, a chi spetterà vigilare su di essi? A tutti e tre i delegati o solo a Lagalla?
La notizia del conferimento della delega a quest’ultimo, comunque, era già stata anticipata dallo stesso Lagalla il 23 dicembre scorso, nel corso di un Forum organizzato dall’Agenzia Italpress, prima della riunione del cda del 11 gennaio scorso.
Nei tre provvedimenti, si precisa, inoltre, che il potere di adozione e sottoscrizione degli atti conseguenti all’attività delegata ai predetti membri del cda è in capo al delegante.
In attesa di riprenderci dallo stupore, ci limitiamo a ricordare che - a nostro avviso - lo Statuto già “sostiene” il presidente (e il cda) nel compito di vigilare e sovrintendere il corretto svolgimento delle attività dell’ente, attraverso i Dipartimenti, le cui funzioni sono elencate in maniera esaustiva nell’articolo 12 dello Statuto e che, con il conferimento delle deleghe, sembrano subire una sorta di commissariamento, se non addirittura di tutela.
Per correttezza, infine, dobbiamo dire che prima di noi, a manifestare stupore era stato il dottor Vito Mocella, ricercatore, membro del cda del Cnr, eletto dalla comunità scientifica dell’ente. Egli, nel corso dell’ultima seduta dello stesso cda, non solo si era dichiarato (solitariamente) indisponibile ad assumere ogni e qualsiasi delega da parte del presidente, ma aveva sollevato dubbi di legittimità in ordine alla decisone preannunciata dallo stesso presidente.