Una vittoria importante per le ragazze e i ragazzi diversamente abili e per le loro famiglie, resa possibile anche per il contributo del Foglietto: la ministra dell’Istruzione ha promesso, infatti, che la norma contenuta nella delega della riforma, di cui abbiamo parlato la scorsa settimana, sarà cambiata.
Questa la dichiarazione della ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli: «Tutte le studentesse e gli studenti con disabilità saranno messi nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio percorso di studi e di concluderlo sostenendo prove che attestino le loro specifiche competenze e abilità, in base al Piano educativo individualizzato, predisposto di proposito per loro», che ha aggiunto, «Voglio rassicurare famiglie, sindacati e associazioni. Il decreto attuativo sull’inclusione scolastica nasce dalla volontà e dalla determinazione di dare alle ragazze e ai ragazzi con disabilità pari opportunità formative e una qualità della vita all’altezza delle loro esigenze e dei loro sogni. Per questo le imprecisioni o le problematiche emerse verranno migliorate in ambito parlamentare. Abbiamo chiaro che la disabilità è ricchezza, non è qualcosa in meno ma una positiva diversità e la nostra azione sarà improntata su questo principio cardine».
«Rispetto all’esame di secondaria di primo grado – ha continuato la Ministra - la stessa legge 104 del 1992 stabilisce chiaramente che le studentesse e gli studenti della scuola dell’obbligo debbano essere verificati in base agli obiettivi del Piano educativo individualizzato, affinché si possa ragionare sulle abilità specifiche sviluppate e potenziate durante gli anni di studio. Continueremo su questa strada e rafforzeremo una scuola di diritti e di opportunità che metta al centro le ragazze e i ragazzi, le loro peculiarità e il loro desiderio di futuro. Vogliamo costruire per loro una scuola che li accompagni nel domani. E una società che li accolga e faccia della loro diversità un’occasione di crescita globale».
Dunque, da parte del governo, una significativa e quanto mai opportuna marcia indietro, che per ora tranquillizza ragazze e ragazzi diversamente abili, famiglie, insegnanti di sostegno e associazioni.
Ma è sempre meglio vigilare.