Con delibera del Presidente dell’Istat n.3 del 9 febbraio scorso, è stato costituito il Comitato consultivo per le metodologie statistiche, avente l’incarico di sostenere i progetti di innovazione metodologica e di verificarne la qualità. Due i suoi compiti particolari: il referaggio dei progetti strategici e il tutoraggio dei progetti specifici, suggerendo anche azioni per formare il personale dell’ente coinvolto nei progetti stessi.
Ora, se c’era un campo in cui l’Istat vantava una tradizione di tutto rispetto, da ultimo corroborata dal Rapporto Moser, questo era certamente quello della ricerca metodologica, ma con questa “svolta” sembra proprio che anch’esso sia stato messo sotto tutela. Grande è stata, poi, la sorpresa per la composizione del gruppo dei “tutori”, docenti in Università non proprio tra le più conosciute, come quelle di Wollongong in Australia e di Tartu in Estonia, e che vengono da tutti i continenti, un po’ come Papa Francesco, venuto “dalla fine del mondo”.
Due le previsioni della delibera degne di nota. La prima è che i suddetti esperti possono avvalersi di altri esperti (una sorta di periti peritorum) per specifiche tematiche; la seconda. è che le spese di missione dei componenti del Comitato (che qualche volta dovranno pure riunirsi, anche se oggi ci sono le videoconferenze) gravano sul capitolo della Direzione generale, ma solo se ci sono i soldi, dato che la delibera, a scanso di equivoci, contiene la clausola “ferma restando la disponibilità finanziaria sul predetto capitolo”, che a non considerarla una tautologia appare quasi come una liberatoria.
E visto che parliamo di soldi, proprio non si può dire che per l’Istat questo sia un periodo tra i più felici, se è vero, come è, che alle sue porte ora sta bussando a quattrini addirittura l’Inps, per un presunto debito relativo a mancati versamenti per contributi previdenziali, assistenziali e per somme aggiuntive relative agli anni 2014 e 2015. La questione, peraltro, è piuttosto urgente, dati i ridotti termini di legge decorsi i quali verranno emessi avvisi bonari, con aggravio di ulteriori sanzioni e/o interessi di mora.
Rebus sic stantibus, all’Istat non si è trovato di meglio che costituire, con delibera n. 92/PER del 8 febbraio 2017, l’ennesimo gruppo di lavoro per “procedere alla corretta definizione della posizione debitoria” dell’ente nei confronti dell’Inps, previo “controllo dettagliato della situazione relativa ai versamenti dell’Istituto”.
Il tempo stringe e occorre far presto e bene. Non resta, dunque, che vedere come se la caveranno i “magistrati del dato” dinanzi alle pretese degli “esattori” dell’ente guidato da Boeri.