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Mercoledì, 24 Apr 2024

Nei giorni scorsi, si è fatto un gran parlare di 'sinistra fratricida', con riferimento alla rottura fra i fuoriusciti dal Pd e Pisapia. Quest’ultimo, sembra che finalmente abbia svelato il suo progetto: una lista civica a supporto, in coalizione con il PdR (il Pd di Renzi), nonché con Alleanza popolare, dell'ex-forzista Alfano. E chissà che non sia della partita anche l'ex-coordinatore di Forza Italia, Denis Verdini, con la sua Alleanza liberalpopolare-Autonomie. Se così fosse, sarebbe il preludio del PdN, ovvero del Partito della Nazione.

Intanto, in attesa dell’alleanza con la lista di Pisapia, il governo Gentiloni ha chiesto il voto di fiducia addirittura sulla legge elettorale (era accaduto solo per la legge Acerbo, di epoca fascista, per la legge-truffa, della Dc, e per l'Italicum, poi bocciato dalla Corte Costituzionale).

Lo stesso clamore riservato al “divorzio” di Pisapia dagli ex Pd, invece, la stampa non lo aveva riservato ad un’assemblea tenutasi, nel romano Teatro Brancaccio, lo scorso 18 giugno. Assemblea, indetta da molte realtà civiche (che si erano mobilitate per il No al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016), volta a promuovere una grande lista, che riunisse tutta la sinistra, un’alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza.

In quell'occasione, il solo che disertò il Teatro Brancaccio fu proprio Pisapia.

Ora, con la “dipartita” dell'ex-sindaco di Milano, quel progetto potrebbe riprendere corpo, forte di una spinta dal basso, come era accaduto nella campagna referendaria; intanto, sta traducendo in assemblee partecipatissime in tutta la penisola - dalle quali sta scaturendo un interessante ed innovativo programma - che culmineranno in un grande incontro nazionale, a novembre a Roma.

Anima di queste iniziative sono, soprattutto, l'avvocatessa Anna Falcone e lo storico dell'arte Tomaso Montanari, nonché presidente di Libertà e giustizia che - citando Oliver Goldsmith, «guasto è il mondo, preda / di mali che si susseguono, dove la ricchezza si accumula / e gli uomini vanno in rovina» - dichiarano «Crediamo che davvero non si possa più aspettare – perché, aggiungono, - di fronte all’ennesima legge elettorale-truffa, a un dibattito mediatico-politico concentrato su leadership e personalismi, invece che sulle soluzioni ai problemi delle persone e sulla costruzione di una nuova visione di società e di Paese, una parte importante di cittadini ed elettori si sta chiedendo se andare o no a votare alle prossime elezioni politiche. Perché rischia di trovarsi dinnanzi all’ennesimo Parlamento di nominati non scelti dagli elettori. Perché manca nell’offerta politica un progetto veramente innovativo capace di rappresentare chi non ha voce; di contrastare la precarietà in cui vivono i più, e la quasi totalità delle giovani generazioni; di proporre, oltre alla protesta, un nuovo modello sociale più giusto, inclusivo, solidale».

Per cambiare veramente le cose, non basta il professionismo politico, occorre un progetto unitario più grande e ambizioso, che abbia come obiettivo il «contrasto alle politiche neoliberiste che in questi anni hanno decapitato diritti, futuro e ruolo della sovranità popolare e delle istituzioni democratiche».

Montanari e Falcone considerano chiusa la stagione del centro-sinistra «perché è giunto il tempo di rovesciare il tavolo delle diseguaglianze, non di venirci a patti. E per far questo serve costruire la Sinistra che ancora non c’è” con l'obiettivo di attuare finalmente la Costituzione “un fronte politico e sociale alternativo al pensiero unico neoliberista e alle riforme dettate e imposte dal capitalismo finanziario a Parlamenti e governi deboli o conniventi».

Perciò occorre costruire un «Polo civico e di Sinistra che confluisca, nell’immediato, in una lista unica nazionale e, in prospettiva, in un soggetto capace di dar vita a quella Sinistra che, in questo Paese, non c’è ancora. Un progetto politico stabile e credibile di Sinistra, più grande e più ambizioso dei singoli partiti e movimenti, e che permetta, anche nel nostro Paese, la liberazione e l’espressione di quelle energie che altrove hanno dato vita – ad esempio – a Podemos in Spagna, e al nuovo Partito laburista di Corbyn in Gran Bretagna».

Insomma, «una forza unitaria e popolare che possa e voglia realmente cambiare l’Italia con un programma radicale e coraggioso di rivendicazione dei diritti negati, a partire da quelli riconosciuti e tutelati dalla Costituzione, per arrivare ai nuovi diritti posti dalle sfide del presente e del futuro». E una lista che nasca dal basso con candidati realmente espressione dei cittadini, scelti col metodo una testa un voto. «Non ci devono essere liste di proscrizione. Tutti i candidati dovranno essere scelti dalle assemblee. Non conta chi c’è sull’autobus ma dove esso va, perché occorre uno spirito nuovo, una sinistra accogliente».

Il programma che si va delineando, per quanto concerne l'università, ritiene che i problemi siano l’autogoverno e la moralità dei professori, la scarsità delle risorse e la poca trasparenza nella distribuzione delle stesse, il modello di valutazione dei docenti. Considerato che in Italia ci sono pochi laureati, occorre perciò consentire il massimo accesso all'università, abolendo il numero chiuso e rafforzando il diritto allo studio. Come? Aumentando il finanziamento mediante l'istituzione di una patrimoniale

In conclusione, per Falcone e Montanari, la «nuova Sinistra o sarà civica, larga, democratica e partecipata, nei metodi e nei fini, o non sarà».

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