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Sabato, 20 Apr 2024

Un tonfo, un grosso cumulo di tronchi e arbusti, tre moto e un’autovettura sotto le macerie, poco c’è mancato nel tardo pomeriggio del 15 dicembre scorso che alla Sezione di Catania dell’Ingv qualcuno si facesse veramente male o che, addirittura, ci rimettesse la vita, visto il posto in cui era a dimora un grosso e vecchio Cactus.

Nonostante l'innegabile fatalità del fatto, è importante sottolineare come l'albero fosse cresciuto a dismisura, completamente marcio al piede, il che ha sicuramente facilitato la sua caduta.

L'area verde che costeggia il viale, che porta ai parcheggi di macchine e motocicli, soprattutto a quell'ora, è percorsa dai dipendenti che a fine giornata fanno rientro a casa.

Si è trattato, dunque, di una tragedia sfiorata. Il tronco, infatti, ha ceduto alla base, finendo, come detto, su una vettura e su tre ciclomotori.

La caduta del grosso albero sembra aver allarmato, e non poco, la Direzione generale e i Direttori delle diverse sezioni dell’ente che, forse, fino a qualche settimana prima, nelle vesti di datori di lavoro, in materia di sicurezza, confidavano sulla buona sorte, sperando quotidianamente di arrivare a fine giornata senza che nulla potesse accadere.

Infatti, all’indomani del grave evento, è subito partita una ricognizione interna delle coperture assicurative dell’Ingv per Responsabilità civile verso terzi (Rct) e per Responsabilità civile verso operai (Rco).

La direttrice generale dell’Ente, verificata l’insussistenza di adeguate coperture assicurative, “nelle more di espletamento di tutte le procedure di gara, già avviate, ha reso necessario garantire con urgenza la copertura assicurativa …” ed ha affidato il servizio assicurativo Rct e Rco ad una Compagnia, per un importo di euro 9.822,74.

Possiamo dire che, grazie al Cactus, ora le sedi dell’Ingv godono di una copertura assicurativa Rtc/Rco, con i Direttori di sezione che possono tirare un sospiro di sollievo per tutto ciò che da oggi in poi potrà accadere al di fuori degli edifici.

Resta il fatto che i danni all’Ingv di Catania ci sono stati, anche se non si sa chi dovrà risarcire i danneggiati e, nell’eventualità che lo faccia l’Ente, non si comprende su quale capitolo di spesa i risarcimenti andranno a gravare.

Non è da escludere l’insorgenza di nuovi contenzioni, come se non bastassero quelli che l’Ente ha in corso per altre vicende.

In tanti, però, escludono che ciò possa avvenire, dal momento che tra i danneggiati figura anche il Direttore in carica della sezione, Eugenio Privitera, in quanto tra le moto colpite dal vecchio Cactus figura anche una di sua proprietà che, però, al momento del sinistro, risultava parcheggiata in un’area di manovra e nelle vicinanze dell’ingresso principale, epperciò in violazione di un suo preciso ordine di servizio registro interno 2766 del 30 dicembre 2016.

Lo stesso o.d.s. in forza del quale ad un dipendente che, durante un acquazzone si era dovuto fermare per cercare di riattivare il motorino del tergicristallo della sua macchina, il Direttore con un apposito provvedimento aveva “sospeso la possibilità di parcheggiare mezzi in istituto per un mese…”. Dura lex sed lex!

Si è rischiato davvero grosso, questa volta, nella sede dell’Ingv di Catania, non certo per i problemi connessi al mancato adeguamento antisismico dell’edificio ma, presumiamo, per la contrazione delle spese da destinare alla manutenzione ordinaria della sede e del suo verde. Spese per loro natura non comprimibili, se finalizzate alla messa in sicurezza del luogo di lavoro.

Oggi, fortunatamente, scriviamo solo della caduta di un vecchio ma gigantesco Cactus e di una poco ottimale gestione della sicurezza da parte di un'Amministrazione, ma non del probabile collasso di un edificio strategico, a seguito di un modesto terremoto.

Del vetusto patrimonio edilizio dell’Ingv, del mancato adeguamento delle sue sedi all’attuale normativa antisismica prevista per le sedi strategiche, ci siamo spesso occupati e continueremo a farlo, fin tanto che il problema non sarà affrontato con il giusto impegno e l’attenzione che merita.

Anche perché sembra essere caduta nel vuoto la richiesta di chiarimenti sulla “Sicurezza delle strutture gestite dell’INGV appartenenti alla Sezione di Catania” proveniente dall’ex Direttore, Domenico Patanè.

Ad oggi, nulla è dato sapere in merito alla urgente e circostanziata relazione “sulla verifica dei requisiti delle strutture gestite dalla Sezione di Catania”, chiesta dalla Direttrice generale dell’ente al Responsabile Settore Prevenzione e Protezione e al direttore della stessa Sezione, che evidenziava che “sono luoghi di lavoro presso cui svolgono le proprie attività i dipendenti dell’Istituto”.

Parliamo di un edificio vetusto, costruito prima del 1974, anno delle prime norme antisismiche, in una situazione di permanente emergenza legata alla necessità di una messa a norma, sia di manutenzione ordinaria che straordinaria, di una struttura strategica che si trova in una zona ad “elevato rischio sismico", costruito per essere inizialmente destinato ad un uso diverso, dunque non adatto a resistere alle probabili sollecitazioni sismiche.

A chi se ne fosse dimenticato, Cda dell’Ingv compreso, vogliamo ricordare che l’ordinanza PCM 3274/2003 ha introdotto l’obbligo per gli enti proprietari, di procedere alla verifica sismica degli edifici strategici e di quelli rilevanti per finalità di protezione civile, per cui non basterà certo la stipula di una polizza di assicurazione contro terzi per sollevare l’Amministrazione e il suo vertice dalle responsabilità che agli stessi competono.

Che la dea bendata aiuti ancora l’Ingv e, soprattutto, i suoi dipendenti!

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Coordinatore nazionale Usi-Ricerca/Ingv

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