Capisco d’improvviso perché in Italia ci sia tanto malcontento mentre scorro vecchie cronache su un ministro, assai famoso ai suoi tempi, che dice le tasse sono cosa bellissima, e poi leggo una ricognizione da azzeccarbugli della fiscalità e, infatti, l’han prodotta i commercialisti, dove si osserva, con grande disincanto ,che la vera ingiustizia del nostro paese non è la diseguaglianza patrimoniale, ma quella fiscale.
I fortunatissimi che nel Paese hanno il privilegio di pagare una quota dignitosa di tasse sono meno di uno su quattro. Tutti gli altri non arrivano al 15% del loro reddito, quando non sono direttamente tanto sfortunati da non contribuire in alcun modo. E davvero non riesco a pensare punizione peggiore per un cittadino che ama il suo paese di non potere godere di una cosa bellissima come le tasse.
Ripeto, perché forse vi è sfuggito il punto. Tre contribuenti Irpef su quattro pagano meno del 15% del reddito dichiarato, che peraltro è una delle varie soglie proposte per la “flat tax”. Il Consiglio nazionale dei commercialisti (anno d’imposta 2016) ha calcolato che il 30,78% dei contribuenti (12,6 milioni di persone) ha un Irpef a zero.
Questo mentre il 44,3% (18,1 milioni di persone) paga un’Irpef inferiore al 15% del reddito. Solo meno del 25% del totale (10,2 milioni di persone su 40,9 contribuenti complessivi) paga un’imposta sul reddito della persona fisica superiore al 15%.
Tutto ciò grazie all’attuale sistema di aliquote e scaglioni di reddito, deduzioni dal reddito, detrazioni dall’imposta e tutte le altre diavolerie che consentono agli italiani di riempire i ristoranti mentre piangono disperati. D’altronde bisogna capirli. Non pagano le tasse.
giornalista socioeconomico - Twitter @maitre_a_panZer