Nel tardo pomeriggio di ieri, a pochi minuti dalla chiusura del numero odierno del Foglietto, abbiamo preso visione della deliberazione n. 58/2018 (adottata a maggioranza dei presenti, con un astenuto) con la quale il cda del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), il 5 aprile scorso, ha deciso di revocare l’iter della procedura diretta all’acquisto dell’immobile, di proprietà della Myrmex, da adibire a sede dell’Area di Ricerca di Catania.
Come molti ricorderanno, da luglio 2017 ad oggi, alla particolare vicenda immobiliare Il Foglietto ha dedicato numerosi articoli, l’ultimo dei quali lo scorso 15 febbraio, dal titolo Cnr in affanno, per l’affare Myrmex chiede aiuto all’Anac.
Al momento, non sappiamo quale sia stata la risposta dell’Authority presieduta da Raffaele Cantone, di sicuro c’è stato l’addio dell’ente presieduto da Massimo Inguscio ad una operazione assai criticata, finita anche in Parlamento, dove - nei mesi scorsi - un gruppo di senatori del Movimento 5 Stelle aveva presentato due atti di sindacato ispettivo, il primo, in data 2 agosto 2017, e il secondo in data 20 dicembre 2017, riproposti integralmente dal nostro giornale negli articoli del 14 settembre 2017 e del 18 gennaio 2018.
Riservandoci di approfondire la questione nel prossimo numero del Foglietto, ora possiamo solo dire che la notizia della rinuncia all’acquisto da parte del Cnr, che avebbe richiesto risorse per circa 20 milioni di euro, sicuramente tranquillizzerà i tanti lavoratori etnei dell’ente, che in questi mesi hanno contestato con forza il progetto, ritenendolo del tutto inidoneo a soddisfare le esigenze organizzative dello stesso ente.
Ma a tirare un sospiro di sollievo saranno anche, e soprattutto, gli ex dipendenti della Myrmex, in gran parte ricercatori che - dopo essere finiti a febbraio 2014 in cassa integrazione - si sono visti recapitare, a febbraio 2016, la lettera di licenziamento, ma che non hanno interrotto la loro lotta, con la quale sollecitano con forza l’intervento del Comune, della Regione Sicilia e del Governo affinché la Myrmex, importante Centro di Ricerca, che in passato ha svolto, per diversi milioni di euro, attività di ricerca scientifica finanziata dal ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (Miur), possa riprendere l’attività.