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Venerdì, 19 Apr 2024

Con alcuni mesi di ritardo, l'Ingv ha finalmente pubblicato il Piano Triennale 2018-2020, approvato dal CdA nella seduta del 25 luglio scorso. Un primo esame mette in evidenza sia alcune carenze, come per esempio il cronico scollamento tra il piano assunzionale (pag. 16) e gli obiettivi scientifici a cui le nuove risorse dovrebbero contribuire, sia alcune ripetizioni, come la riproposizione del più volte criticato programma "Working Earth" (Pag. 105). Ma, soprattutto, si nota la totale assenza della sezione denominata "PARTE III - Schede di dettaglio", una completa mappatura delle attività dell'ente che nel Piano Triennale 2017-2019 occupava ben 350 pagine. Che ne è stato?

Per capirne di più, siamo andati a leggere il documento di valutazione del Piano Triennale a cura del Consiglio Scientifico dell'Ingv (pag. 117). Come previsto dallo Statuto dell'Ingv, ogni aggiornamento annuale del Piano Triennale deve essere corredato da questo giudizio, che di solito non è avaro di critiche ma che contiene anche osservazioni costruttive e spunti di miglioramento futuro.

Grande è stata quindi la sorpresa - nostra, ma presumibilmente di molti dipendenti dell'Ingv - quando ci si è resi conto che il parere del Consiglio Scientifico sul Piano Triennale 2018-2020, contenuto in un allegato, reso il 24 luglio, constava di appena 24 righe.

Di queste, 20 righe contengono una pura descrizione dei contenuti del Piano, mentre le restanti quattro ci informano seccamente che "I componenti del CS esprimono all’unanimità parere favorevole sul Piano Triennale dell’Ingv 2018-2020".

E il giudizio?

Non pervenuto, anche se il testo si conclude con la promessa che "La valutazione dettagliata del PTA è in corso di realizzazione e sarà riportata integralmente come allegato al Verbale 03/2018, che sarà finalizzato entro il mese di Settembre 2018". Bene. Peccato però che nel frattempo il Piano Triennale sia stato frettolosamente deliberato dal CdA dell’ente di via di Vigna Murata e altrettanto frettolosamente inoltrato al MIUR per il prescritto iter di approvazione: due atti che evidentemente suggellano per sempre quanto contenuto nel documento, oggi reperibile in rete.

Ma la cosa più inquietante è che da settimane molti ricercatori Ingv, probabilmente ignari delle circostanze sopra riportate, si scambiano preoccupati un documento sulla cui testata si legge "CONSIGLIO SCIENTIFICO DELL’INGV SEDUTA DEL 24/7/2018 - VERBALE N. 02/2018", di cui fa parte un allegato di ben cinque pagine di considerazioni e giudizi sul Piano Triennale, completamente diverso da quello presente a pag. 117 del Piano Triennale

In pratica, saremmo di fronte a due verbali o, meglio, a due allegati assai diversi tra loro, che si riferiscono ad una stessa seduta del Consiglio Scientifico, vale a dire quella del 24 luglio scorso.

Sia per l’esame dell’argomento all’odg, per la redazione e per l’approvazione della prima versione, quella di 24 righe (allegata al Piano Triennale 2018-2020), che per la seconda, di più di 5 pagine, il Consiglio attesta di aver impiegato 3 ore (dalle ore 10 alle ore 13). Ma mentre per la seconda versione tale tempo appare giustificato, non altrettanto può dirsi per la prima, nel cui verbale si afferma chiaramente che “La valutazione dettagliata del PTA è in corso di realizzazione e sarà riportata integralmente come allegato al Verbale 03/2018, che sarà finalizzato entro il mese di Settembre 2018”.

Una dimenticanza o una scelta?

I più maliziosi - ma noi non siamo tra quelli - sostengono che il giudizio del Consiglio Scientifico potrebbe essere stato di fatto censurato per non esporre al MIUR la durezza di alcuni suoi contenuti.

Il Verbale n. 02/2018 (quello nella sua forma presumibilmente completa) si dipana in una serie di critiche e osservazioni non precisamente benigne. Queste spaziano dalla scarsa produttività dei ricercatori dell'ente, al "progressivo 'svuotamento' del personale addetto alla ricerca" (sic!) a vantaggio soprattutto dell'Amministrazione dell'ente, alla presenza di incongruenze nella descrizione delle attività scientifiche, fino ad arrivare ad affermazioni come "Tutte le figure sono prodotte per motivi estetici con didascalie inadeguate".

Insomma, una vera Caporetto. Una disfatta su vari fronti che - sempre secondo i più maliziosi - potrebbe forse aver spinto la direzione dell'Ingv a chiedere al Consiglio Scientifico di ammorbidire il proprio giudizio.

A sua volta, il Consiglio Scientifico - sempre secondo i malpensanti - potrebbe aver accettato di cambiare lo stato delle cose: non modificando il proprio giudizio, ma di fatto omettendolo nel verbale, sempre contrassegnato dal n. 02/2018 riportato nel Piano Triennale, approvato dal CdA e trasmesso al Miur.

Se così fosse, ancor più incredibile risulterebbe la circostanza che nessuno abbia fatto notare a chi di dovere che il Verbale n. 02/2018 (quello con l’allegato di 5 pagine) fosse ormai stato diffuso urbi et orbi; e che molti ricercatori dell'Ingv, con senso di responsabilità, stavano già interrogandosi sui giudizi negativi ricevuti dall'ente e su come sanare la situazione per il futuro.

La valutazione di un Ente Pubblico di Ricerca, infatti, è un documento che, da un lato, può comportare conseguenze sul finanziamento dell'ente stesso, in primis una riduzione per gli anni a venire del FOE (al quale - come noto - accedono in maniera competitiva tutti gli EPR); dall'altro, può incidere sulla verifica del raggiungimento degli obiettivi assegnati alla dirigenza dell'ente, dal Direttore Generale ai direttori di dipartimento, con conseguenze tangibili e non indolori sul loro portafoglio. Senza trascurare, poi, il danno d’immagine che può derivare da un giudizio negativo del proprio Consiglio Scientifico.

Una vicenda tutta da chiarire, dunque, che, allo stato, si appalesa complessivamente grave e sulla quale sarebbe opportuno che i vertici dell'ente fornissero le necessarie spiegazioni.

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Coordinatore nazionale Usi-Ricerca/Ingv

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