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Mercoledì, 24 Apr 2024

Continua senza sosta il percorso di operazioni poco trasparenti, se non torbide, tese a confondere o, meglio, aggredire il cittadino consumatore nel gesto quotidiano che compie durante l’acquisto del cibo.

Si tratta ora di un processo in atto in tutta Europa, che mira a d introdurre, a largo raggio, per i prodotti alimentari le etichette a semaforo, il cosiddetto Nutri-score. L’ultimo Paese coinvolto è la Germania che, con Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e Spagna, già adotta questo sistema.

Il tentativo è quello di catalogare e distinguere con simboli piuttosto accattivanti (colori e lettere) il cibo sano da quello nocivo. Ma come è normale che sia, non esistono cibi buoni e cibi cattivi, ognuno ha i propri pregi e i propri difetti, l’importante è sceglierli e consumarli bene, per renderli compatibili con il proprio metabolismo.

Si tratta, in definitiva, di costruire un articolato mosaico della salute, in cui tutte le “tessere”, nell’esprimere la loro efficacia, procurano il benessere psico-fisico utile a migliorare la qualità della vita.

Nei fatti, la costruzione di un mosaico così importante per la salute umana presuppone una forte consapevolezza nell’acquisire la “dose” giusta e quotidiana, per imparare con intelligenza a nutrirsi piuttosto che ad alimentarsi e per essere scevri da qualsivoglia condizionamento.

Si fa fatica a resistere all’invasione spesso ingannevole di una pubblicità che esagera nel raccomandarci prodotti salutari, la sua capacità suggestiva ed evocativa induce spesso a scelte più emotive che razionali.

Siamo invasi da pubblicità nelle fasce orarie del pranzo e della cena, quando chi fa la spesa è, più di tutti, davanti alla TV.

Bisogna prendere atto che le scelte alimentari del consumatore sono ancora ben lungi dall’essere determinate da criteri nutrizionali, in parte per carenza di informazione a monte (o per eccesso, al punto da stordirci) e in parte per erronea comunicazione, volontaria o involontaria, di Verità Scientifiche.

Un esempio per tutti è il cosiddetto condizionamento ambivalente: da un lato, si stimola il consumo degli alimenti e, dall’altro, si incita alla perdita di peso mediante la simultanea proposta di prodotti provvisti di “sicura efficacia dimagrante”, trascurando “involontariamente” l’importanza della attività fisica.

Questo stato dell’arte, oltre ad imporre la necessità di un controllo istituzionale più marcato, deve sollecitare il cittadino consumatore, e non è retorica, ad acquisire più consapevolezza in due momenti fondamentali della quotidianità: l’acquisto del cibo e il suo consumo, atto quest’ultimo, che compiamo mediamente tre volte al giorno e che non può essere fatto in maniera superficiale.

L’attenta lettura delle etichette apposte sulle confezioni, quella degli ingredienti e dei valori nutrizionali deve diventare un MUST se ci si vuole approcciare in maniera intelligente al cibo.

In tale contesto, si appalesa la buona notizia: l’azione proattiva, compiuta dai tre ministeri Salute, Agricoltura e Sviluppo Economico, dal Crea, dalla Coldiretti, dall’Istituto Superiore della Sanità e dalla Luiss, nel presentare una proposta di etichetta alternativa al Nutri-score, accolta dalla Commissione europea il 27 luglio scorso.

Si tratta del sistema cosiddetto Nutrinform Battery, che ha un approccio educativo e non proibitivo all’acquisto.

In effetti, nella etichetta rappresentata con delle batterie viene espressa sia la quantità di calorie e di nutrienti che si assumono consumando quel prodotto, sia l’incidenza di questi nutrienti sulla dieta quotidiana generale.

L’obiettivo, quindi, è quello di indurre il consumatore a diventare soggetto “pensante” e non acquirente che per comodità si lascia condizionare da una etichetta, specialmente se allettante dal punto di vista cromatico.

Non si tratta, in definitiva, di mettere in competizione i due sistemi di etichettatura, ma di fornire tutti gli elementi utili affinché il consumatore diventi “consumattore”, protagonista nella scelta e nel modo di nutrirsi, superando i condizionamenti dei brand, dei colori, del posizionamento del prodotto sullo scaffale e, ancor di più, di quell’eccesso di informazioni che danneggia la capacità di attenzione.

L’asino di Buridano ci insegna che l’indecisione è fonte di gravi conseguenze, ma lo è ancor di più l’inconsapevolezza che a volte ci rende “troppo intelligenti “nel pensare che gli altri possano essere condizionati nelle scelte, mentre noi no, dimenticando che spesso gli altri siamo noi.

Dunque, è la consapevolezza che può fare la differenza nello scegliere un prodotto piuttosto che un altro, nel leggere una etichetta piuttosto che snobbarla, perché è con la consapevolezza che si dà forma e senso ad un’etica del cibo e ad una educazione comportamentale capace di liberarci da una prigione fatta di comportamenti abitudinari ed automatici e da mera informazione, per prestare maggiore attenzione alle nostre scelte.

Ci rimangono solo due possibilità di scelta per migliorarci la qualità della vita: scaricare una App su mangiare sano, suscitando l’ilarità del nostro cellulare, oppure imparare a costruire il nostro mosaico della salute parafrasando Francois de La Rochefoucauld: “Mangiare è una necessità, mangiare intelligentemente è un'arte”.

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Project leader Prassi Dieta Mediterranea

 

 

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