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Sabato, 20 Apr 2024

altSul Fatto Quotidiano [1, 2, 3] di qualche giorno fa ho letto che l'INGV deve ancora ricevere alcune decine di milioni per il servizio svolto per la Protezione Civile a partire dal 2012.

L'articolo riprende un testo apparso sul Foglietto ad opera di Giuseppe Falzone, martedì scorso.

Ho molti amici e sono legato all'INGV a cui ho dedicato quasi tutta la mia vita professionale e mi preoccupo.

Scopro che il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, che ammiro non solo per le sue indubbie capacità gestionali ma anche e sopratutto per il senso dello Stato e per l'equilibrio che mostra in tutte le sue manifestazioni, ha scritto una lettera molto chiara e netta ai vertici dell'Istituto.

In questa lettera si afferma una cosa semplicissima: il denaro pubblico si spende secondo regole ben precise e imprescindibili.

Se le rendicontazioni non sono fatte secondo le regole dello Stato, il denaro non arriva, anzi NON deve assolutamente arrivare, ed è inutile lamentarsi.

Addirittura dalla lettera di Gabrielli si scopre che sono stati fatti vari tentativi di rendicontazione: sempre risultati non  corretti!

Si è cercato di inventare la rendicontazione per approssimazioni successive: una novità assoluta!

Non posso dire di conoscere bene Gabrielli ma, se fossi al posto dei destinatari della sua lettera, mi preoccuperei non poco dell'"irritazione dell'uomo tranquillo".

Mi dicono anche che la lettera della scorsa settimana non fosse la prima ma che due altre più o meno dello stesso tenore nei mesi precedenti l'avessero preceduta, ma non sono in grado di verificarlo.

Stando le cose così come appaiono a uno come me, che non può certo conoscere i dettagli,  sembra che ci troviamo di fronte a manchevolezze amministrative delle quali la Corte dei conti dovrebbe interessarsi.

Come noto, la responsabilità legale dell’ente spetta al Presidente, che adotta deliberazioni con il CdA, per le quali rispondono in solido.

Addirittura il Presidente avrebbe avocato a sé ogni tipo di rapporto con il DPC, che gestirebbe dopo essersi insediato nella cosiddetta "Commissione Paritetica" insieme a un suo "portavoce"(sic!) e ad altra persona con non molte competenze amministrative.

Ma da chi è formato questo CdA?

Un Presidente di "medio livello", diventato presidente per caso solo perché il suo predecessore, dopo una sceneggiata durata un paio di mesi, che ha fortemente danneggiato l’immagine dell’Istituto, si è dovuto dimettere ed è stato retrocesso a consigliere, con un'operazione alquanto sconcertante da parte del Ministro allora in carica.

Due ricercatori dell'Istituto eletti dal personale dell'Istituto pochissimo attenti, secondo Falzone, agli interessi dei loro elettori e dei quali, sempre secondo lo stesso Falzone, è difficile capire l'impegno in seno al CdA.

Un ottimo docente di Ingegneria sismica del Politecnico di Torino, forse un po' indifferente alle "tensioni geofisiche", completa il quadro.

Facciamo qualche passo addietro, per capire che cosa sta succedendo. Non è questione che interessa particolarmente me ma riguarda la sicurezza del Paese, dove decine di milioni di persone sono esposte a rischi sismici e vulcanici. E quindi chi di dovere dovrebbe prendere seriamente in considerazione questa materia al limite dell'assurdo, se non oltre.

Nel settembre del 2014, i Revisori dei Conti stabiliscono che quattro su cinque componenti del CdA, escluso il docente torinese, sono incompatibili o in conflitto di interessi con la carica che occupano secondo le leggi vigenti.

Il Presidente, invece di eliminare i conflitti di interesse, tenta nell'ordine:

- di far revocare i Revisori dei Conti,

- di revocare il DG perché, a suo dire, a conoscenza di documenti compromettenti sul suo operato.

La cosa assurda, al limite della realtà, è che al Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca chiede queste revoche con tanto di lettere protocollate! Già questo sarebbe sufficiente a dimostrare l'inadeguatezza lampante del soggetto.

Inizia un balletto di carte tra il MIUR, che nel frattempo aveva sospeso le attività del CdA, e il Presidente, che termina quando finalmente lo stesso Presidente rinuncia, così afferma in una nota, al conflitto di interesse in merito ai fondi che aveva assegnato incongruamente alla sua Università su progetti pagati dal Dipartimento della Protezione Civile.

Il che è decisamente al di là della logica: come si fa a non essere più in conflitto di interessi se sono state prese decisioni con spostamenti di danaro in pieno conflitto di interesse? I soldi sono tornati indietro?

È mai possibile che al Ministero prima evidenzino il mancato rispetto di leggi e, poi, senza spiegazioni "assolvano" da ogni colpa chi le leggi non avrebbe rispettato?

A cosa è dovuto il "perdono" di gravi manchevolezze opportunamente e dettagliatamente evidenziate?

Il poco informato Presidente "scopre" che i Revisori per legge non possono essere revocati, collezionando l'ennesima figura di ... "ingenuo".

Il tentativo di far dimettere il DG, da lui nominato, non porta alcun risultato.

La recente ispezione della Guardia di Finanza, mandata dall'ANAC, procura una sanzione allo stesso Presidente e al CDA per non aver rispettato i termini di attuazione di non so quale decreto!

Mi è stato anche raccontato che la scorsa settimana una busta contenente  documenti riguardanti il Presidente sarebbe stata recapitata proprio ai Revisori, al DG e al Responsabile dell'Anticorruzione. Sono stato informato anche del contenuto, ma non voglio infierire su questioni di cui poco conosco.

Rimane il fatto che in poco più di due anni questo signore è riuscito a creare il più grande conflitto tra i vertici di un Ente  che la storia della ricerca italiana ricordi e non solo con il DG e con i Revisori.

Ormai nell'Ente sono tutti contro tutti: mi sono state mostrate mail minacciose, girate in questi giorni tra i Direttori di Sezione contro i Direttori di Struttura o viceversa.

Basti pensare alla performance prenatalizia in videoconferenza per capire che ci troviamo di fronte a una persona in seria difficoltà.

Insomma, un Ente in una situazione tanto confusa non può avere compiti delicatissimi che attengono alla sicurezza dei cittadini.

Il contributo dell'INGV, per fare un esempio, alla metodologia di scelta del sito per il deposito delle scorie nucleari è indubbiamente deficitario e sbaglia, a mio avviso, il vertice della SOGIN (con il quale ho un reciproco rapporto di stima) a difendere l'indifendibile.

Scanzano Ionico e quello che vi è successo, specialmente sulla questione sismica, richiedono ulteriore e approfondita riflessione sul problema.

La questione delle estrazioni petrolifere in Emilia, che genererebbero terremoti a 20 km di distanza, tuttora ufficialmente irrisolta, è il fondo dopo il quale si può solo cominciare a scavare.

Il comportamento dei vertici dell'Istituto durante la sequenza sismica emiliana del 2012 fu decisamente e colpevolmente discutibile.

L'INGV sta complessivamente perdendo nei suoi tradizionali campi di attività la credibilità e la centralità, costruite negli anni dal lavoro di tante persone fortemente impegnate, a favore di strutture delle quali non è facile comprendere a fondo le competenze e le finalità.

E questo è decisamente preoccupante.

*Geofisico

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