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Giovedì, 25 Apr 2024

Per le Commissioni concorsuali nello Stato italiano - a quanto mi risulta - per qualunque scopo siano costituite, occorre, senza eccezioni, rispettare quanto stabilito dall'art. 9, comma 2, del Dpr 487/94.

Stando a tale disposizione normativa, “Le commissioni esaminatrici di concorso sono composte da tecnici esperti nelle materie oggetto del concorso,  scelti  tra  funzionari delle  amministrazioni, docenti  ed  estranei  alle  medesime  e non possono farne parte, ai sensi dell'art. 6 del decreto legislativo  23 dicembre 1993, n. 546, i componenti dell'organo di direzione politica dell'amministrazione interessata, coloro che ricoprano  cariche politiche o che siano rappresentanti  sindacali  o  designati  dalle confederazioni ed  organizzazioni  sindacali o dalle associazioni professionali …”.

La Commissione unica (denominata “Comitato di selezione”) che ha deciso le rose dei presidenti e dei consigli di amministrazione degli enti di ricerca italiani era formata da un neurobiologo, un esperto di nanotecnologie, due fisici nucleari e un professore di diritto amministrativo.

Sicuramente persone di altissimo livello, che tutto il mondo ci invidia.

Come ho già raccontato in precedenti articoli del Foglietto, ho risposto al bando per la nomina del Presidente del CNR anche per capire come funziona il sistema.

La commissione ha compilato una graduatoria attribuendo fino a un massimo di 50 punti per le capacità gestionali dei candidati e altrettanto per la loro attività scientifica.

Molto lusinghiero è stato il giudizio delle mie capacità organizzative mentre modesto è stato il giudizio sulla mie ricerche. Non voglio polemizzare ma, con tutto il rispetto, come è stato possibile valutare i miei lavori, belli o brutti che siano, senza alcuna competenza di geofisica moderna?

Faccio questa domanda perché anni fa, provocatoriamente, in una riunione al MIUR mi proposi per una commissione che doveva decidere l'attribuzione di un importante incarico nell'ambito delle scienze mediche. Suscitai l'ilarità dei presenti.

Ripeto la domanda: un esperto di diritto amministrativo o un medico possono tranquillamente capire il valore della ricerca sismologica? Se è così, perché non vale la reciprocità?

Non risponderò a questa domanda, anche se il farlo mi porterebbe a considerazioni divertenti e a narrare gustosi paradossi.

Evidenzio, però, che giudizi dati su questioni scientifiche da persone che hanno scarsa dimestichezza con quelle questioni oltre a contravvenire alla legge sopra citata possono anche provocare danni non indifferenti alla comunità scientifica e alla società.

Se un sismologo decidesse chi è il miglior chirurgo … tanto per fare un esempio …

Non scrivo tutto questo per lamentarmi della mia esclusione dalla cinquina dei papabili alla carica. Oltretutto essere nella rosa sarebbe stato del tutto inutile.

La scelta del Ministro dell'istruzione, università e ricerca si è basata su altre considerazioni, visto che i primi due classificati senza alcuna spiegazione non sono stati presi in considerazione. Forse la scelta era addirittura anteriore a tutto quanto: la totale assenza di trasparenza consente qualunque sospetto.

Un'altra cosa importante che la legge dice è che non possono far parte della commissione concorsuale i "componenti dell'organo di direzione dell'amministrazione interessata".

Mesi fa ho risposto ad un bando per far parte del Consiglio Scientifico dell'INGV. Addirittura, in quel caso, la decisione è stata presa dal CDA dell'ente scegliendo, "a suo insindacabile giudizio", persone che, a mio avviso, non possono certo essere definite luminari.

Il consiglio scientifico in un ente di ricerca ha un ruolo tutt'altro che marginale!

Gli stessi esperti che hanno scelto per il CNR hanno anche proposto la "cinquina" per l'INGV.

Ho avuto modo di consultare gli atti e sono rimasto colpito dalle valutazioni umilianti che hanno dovuto subire alcuni geofisici, che io considero ai massimi livelli internazionali.

Non farò nomi per evitare polemiche ormai fuori luogo. Ma la necessità che a giudicare siano "tecnici esperti nelle materie ..." appare nel caso dell'INGV in smagliante evidenza.

Quello che mi ha il colpito particolarmente è che il presidente della commissione è stato per lungo tempo anche presidente dell'Accademia dei Lincei, dove i geofisici (categoria 2ª) sono culturalmente separati dai geologi (categoria 4ª). Due categorie considerate nettamente diverse!

E questo per motivi sopratutto metodologici ben precisi.

I primi hanno un approccio verso la Terra decisamente quantitativo, che ha portato a progressi straordinari nella conoscenza del nostro Pianeta. I secondi, in Italia, hanno un atteggiamento naturalistico descrittivo pregalileiano che, nello sviluppo recente delle conoscenze, non ha portato a niente di particolarmente rilevante, malgrado i tanti corsi di laurea sparsi per il Paese.

Risulta, quindi, difficile capire come siano stati attribuiti punteggi elevati a ricerche che hanno rilevanza trascurabile sulla fisica della Terra.

Per quanto riguarda, poi, la verifica di  capacità gestionali nell'ambito della moderna sismologia e vulcanologia, che negli ultimi trent'anni si sono espletate esclusivamente all'INGV, è veramente assurdo che qualcuno al di fuori di esso possa avere avuto una valutazione migliore dei numerosi ricercatori INGV, che hanno contribuito a creare uno dei migliori sistemi di monitoraggio e allerta esistenti al mondo.

La distinzione che faccio, sia chiaro, non è riferita ai titoli di studio conseguiti all'università ma alle attività di ricerca con cui si è formato il ricercatore.

Ne parlerò a lungo nei prossimi numeri del Foglietto perché ho l'impressione che la geofisica in Italia si stia fortemente indebolendo, malgrado i notevolissimi successi dei geofisici INGV del ventennio che va dal 1990 al 2010.

I baroni geologi che in quel periodo tanto hanno tanto sofferto per l'inadeguatezza ai grandi temi stanno ora  tentando la normalizzazione del vivissimo ambiente culturale che si era creato in via di Vigna Murata. E questo grazie all'indifferenza del potere politico che sembra sempre meno interessato ai problemi autentici della società e ai geofisici, che sembrano sempre più cercare il quieto vivere piuttosto che far valere le proprie indubbie competenze.

Per la scelta del presidente del CNR si è seguito un ragionamento, a noi ignoto, decisamente diverso da quello seguito per il presidente INGV.

Cercheremo di approfondire, sopratutto avendo in mente che certe scelte attengono la sicurezza di noi cittadini.

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