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Venerdì, 29 Mar 2024

Il 3 giugno del 2010, sul Corriere della Sera uscì un articolo dal titolo: “Già notificati sette avvisi di garanzia - Mancato allarme a L'Aquila: indagata la Grandi Rischi - La Commissione si riunì sei giorni prima del terremoto che sconvolse l'Abruzzo: l'accusa è di omicidio”.

Fu l'inizio di un calvario, che si è concluso solo alla fine di novembre del 2015 con un'assoluzione piena.

Quell'articolo conteneva una dichiarazione del Procuratore Capo de L'Aquila dell'epoca, che riporto fedelmente: "Si tratta di un filone molto importante che è stato portato a conclusione in maniera che gli indagati possano portare avanti le loro difese con serenità e con tutto il tempo necessario. Speriamo di arrivare ad un risultato conforme a quello che la gente si aspetta. Questo è un lavoro serio. I responsabili sono persone molto qualificate che avrebbero dovuto dare risposte diverse ai cittadini. Non si tratta di un mancato allarme, l'allarme era già venuto dalle scosse di terremoto. Si tratta del mancato avviso che bisognava andarsene dalle case».

Il mio avvocato profetizzò questa dichiarazione come condanna quasi sicura nel primo grado di giudizio; così avvenne, tre anni dopo.

Nello stesso articolo, è riportata anche una dichiarazione di Massimo Cialente (allora e tuttora Sindaco dell'Aquila), che aveva partecipato alla riunione della "Grandi Rischi" del 31 marzo 2009. Egli ricorda che in quell'occasione avevo evidenziato l'alta pericolosità sismica dell'aquilano.

Cialente confermerà questa dichiarazione due anni dopo, testimoniando al processo. La sua testimonianza verrà però ignorata dal PM e dal Giudice di primo grado. I tre Giudici dell'Appello, però, le dettero l'importanza che meritava e la mia assoluzione fu piena e fu ancor più pienamente confermata dai cinque Giudici della Cassazione, nel novembre del 2015.

Quando nel giugno del 2010 mi arrivò la notifica della conclusione delle indagini, non drammatizzai troppo, convinto che non sarei stato neanche rinviato a giudizio.

Avevo la coscienza a posto: alla riunione della "Grandi Rischi" insieme a Giulio Selvaggi avevo portato mappe di pericolosità, mappe della distribuzione delle zone sismogenetiche ... che non avevano assolutamente niente di rassicurante e che fecero preoccupare non poco il Sindaco tanto da indurlo, il giorno dopo, a chiedere lo stato di emergenza.

Inoltre, il 17 febbraio 2009 (7 settimane prima del sisma), il Centro Nazionale Terremoti dell'INGV aveva mandato al Dipartimento della Protezione Civile (DPC) un'analisi della situazione ricordando che l'Abruzzo è sempre stato sede di terremoti disastrosi e che lo sciame in atto lasciava inalterata l'elevata pericolosità della Regione, ben rappresentata nella Mappa di Pericolosità Sismica pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale nel 2004 soprattutto a cura dell'INGV.

Nel comunicato tra l'altro si legge: "La zona in oggetto è stata sede in passato di forti terremoti. In particolare, l’attività di questi giorni si colloca tra la terminazione meridionale della faglia che si è attivata nel terremoto del 1703 (Intensità MCS del X grado MCS, pari a Magnitudo circa 6.7) e i limiti settentrionali della faglia associata nei cataloghi (ad es. il DISS) al terremoto del 1349 e di quella denominata Ovindoli-Piani di Pezza”.

Successivamente, il 12 marzo 2009 (quasi 4 settimane prima del sisma), venne inviato un altro comunicato sempre sull’attività sismica in corso (con tanto di mappe) in cui si legge: “... Dall’inizio dell’anno sono stati localizzati oltre 160 terremoti ... La maggior parte si localizza in un’area molto piccola mentre un altro piccolo gruppo di eventi viene localizzato circa 15 km a nordovest. Il rilascio sismico è quello definito a 'sciame' ossia senza una scossa principale e relative repliche, presentando una distribuzione irregolare ... Allo stato attuale delle conoscenze, si può affermare che la sequenza dei mesi scorsi non ha alterato, dunque né aumentato né diminuito, le probabilità di occorrenza di forti terremoti nella zona...".

Autori delle comunicazioni sono rispettivamente Alessandro Amato e Giulio Selvaggi, due sismologi di valore indiscusso. La zona è quella a maggior pericolosità sismica d'Europa, come andavamo dicendo da anni: qui si vede una mappa che pubblicammo sulle pagine scientifiche del Corriere della Sera nel 1998!

Nessuno ci chiese spiegazioni sui contenuti dei due comunicati che non vennero scritti tanto per passare il tempo. L'accordo ufficiale tra DPC e INGV dell'epoca prevedeva che quest'ultimo fornisse le informazioni al DPC stesso e che questo, organo della Presidenza del Consiglio dei Ministri cioè il massimo potere esecutivo, provvedeva a diffonderle nel modo che riteneva più opportuno.

Si noti, comunque, che saggiamente Selvaggi, allora direttore del CNT, inviò il comunicato a tutto il sistema nazionale di PC: DPC, Regione e Comune.

Infatti, per il titolo V dell'attuale Costituzione, le azioni di difesa contro i rischi sono compito esclusivo della Regione.

Ripeto: Selvaggi inviò la comunicazione il 12 marzo 2009, dopo quella di Amato del 17 febbraio: chiari inviti alla precauzione.

Malgrado tutto questo e gli ulteriori dati che fornimmo durante la riunione della Grandi Rischi del 31 marzo 2009, fummo condannati in primo grado per aver rassicurato!

Perché racconto queste cose che ormai appartengono al passato? Per inquadrare meglio, per quanto si può sapere, ciò che è stato fatto prima del terremoto del 24 agosto 2016.  E per stabilire se le 297 vittime potevano essere tutte o in parte salvate.

Nel 2012, la nuova Commissione Grandi Rischi (CGR), nata sulle ceneri di quella azzerata dal processo aquilano, fu "impegnata" dalla sequenza emiliana: ho raccontato varie volte sul Foglietto le gravissime omissioni commesse in quella circostanza.

Malgrado ciò, il settore sismologico della CGR è rimasto invariato. Ha avuto almeno quattro anni di tempo per analizzare l'andamento della sismicità italiana e dare le opportune indicazioni al DPC. Suggerire studi ed eventuali implementazioni di monitoraggi delle zone valutate più prossime ad un eventuale terremoto devastante.

Sarebbe importante consultare i verbali delle riunioni della CGR, per leggere le discussioni sulla sismicità italiana, le specifiche indicazioni date all'INGV e i suggerimenti forniti al DPC.

I dati e le analisi disponibili avranno indubbiamente determinato più di un invito a misure precauzionali, considerato che i sismologi della CGR sono gli stessi che avevano espresso giudizi di sostanziale condivisione delle condanne al processo aquilano di primo grado.  
 
Dall'agosto del 2011, alla guida dell'INGV si sono susseguiti tre presidenti che, in varie circostanze, hanno dichiarato che avrebbero saputo interpretare molto meglio di me la sismicità aquilana prima del 6 aprile 2009.

Di questi tre ineffabili personaggi, il primo, con passaporto svizzero, ha previsto nel 2012 un terremoto disastroso in Emilia che non è mai avvenuto, dopo aver ignorato la possibilità quasi ovvia di una forte replica che 10 giorni dopo la prima scossa ha provocato un considerevole numero di vittime. È anche da annoverare fra gli inventori della "genesi petrolifera" dei terremoti emiliani. Ciononostante tuttora coordina il settore sismico della CGR.

Il secondo, durante il suo mandato non ha mostrato particolare interesse per la sismicità.

Il primo e il secondo sono stati assieme nel CDA dell’INGV per circa 5 anni, scambiandosi le cariche di presidente e consigliere con l'avallo del ministro allora in carica.  

Il terzo dimostra scarsa dimestichezza con la moderna sismologia, come appare dal suo curriculum e dalle "curiose" affermazioni contenute in questo video sulla "sismicità planetaria" e altre amenità. Sostiene di aver trovato il modo di prevedere i terremoti ma non lo spiega e definisce "superficiale" il mio comportamento alla riunione della CGR del 31 marzo 2009.

Come potrei adesso definire il suo comportamento?

Dal 2010, dopo avermi definito "superficiale", ha avuto tutto il tempo per stabilire come affrontare non superficialmente la sismicità italiana, almeno nelle zone a massima pericolosità. Ha poi trascorso ben quattro mesi alla presidenza INGV con la possibilità di analizzare "profondamente" l'enorme mole di dati disponibili sull'evoluzione geodinamica dell'Appennino centrale con l'aiuto degli ottimi sismologi dell'Istituto.

Avendo negli occhi i lutti e la devastazione del 24 agosto preferisco non definire in alcun modo un personaggio simile il cui impegno principale sembra essere quello di denigrare gli altri.

Siccome la trasparenza è ormai un diritto/dovere, sarebbe utile poter accedere ai verbali del CDA e del Consiglio Scientifico (CS) dell'INGV e vedere quanta attenzione è stata dedicata ai possibili terremoti in Italia e, in particolare, alla pericolosità sismica dell'Appennino Centrale.

Un membro del CS dell'INGV fa anche parte del settore sismologico della CGR, settore coordinato dal primo presidente che fino a pochi mesi fa è stato anche nel CDA dell'INGV. Questo membro del CS sostiene (Prevedibile/Imprevedibile, Rubbettino 2015) di essere in grado di individuare l'imminenza di un terremoto "scavando" in maniera competente sui dati disponibili definendosi per questo "scienziato competente"! Ben cinque mesi prima delle due scosse devastanti era consapevole del verificarsi di forti scosse in Emilia. Non ce ne rese edotti forse per modestia: non voleva mostrare a quali eccelsi livelli di "competenza" era giunto.

Forse per questo ignorò che una seconda scossa, quella che provocò il maggior numero di vittime, era altamente probabile.

Chissà dove stava "scavando" negli anni e nei mesi precedenti il terremoto di Amatrice questo "scienziato competente".

È chiaro che la stretta connessione fra i vertici dell'INGV e la CGR facilita l'acquisizione di informazioni che quest'ultima dovrebbe aver fornito alla PC.

Non è una considerazione fatta per amor di polemica ma nasce da una legittima preoccupazione di noi cittadini che viviamo in un Paese altamente sismico.

Sono argomenti che molto spesso ho trattato sul Foglietto e continuerò a trattare finché i personaggi che cito non avranno il buon gusto di farsi da parte per consentire a gente veramente esperta di prendere le redini della gestione del rischio sismico e di quello vulcanico, che tanta rilevanza hanno avuto e avranno nella storia del nostro Paese.

Sia l'attuale presidente dell'INGV che il membro del CS sopra citato hanno anche affermato che durante la riunione della CGR avrei escluso che a L'Aquila si sarebbero verificati forti terremoti.  Di questo risponderanno nelle sedi opportune.  

Il 24 agosto sono morte 297 persone e la vita di alcune migliaia è stata drammaticamente stravolta in modo irreversibile.

Abbiamo la capacità e le persone in grado di far sì che ciò non avvenga più!

E' un peccato che queste persone non siano attualmente ai vertici dell'INGV e nella CGR.

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