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Giovedì, 28 Mar 2024

Il 10 maggio scorso, il Corriere del Mezzogiorno ha pubblicato una lettera, QUI acclusa, di Mario Castellano, dirigente tecnologo dell’Osservatorio Vesuviano (Sezione di Napoli dell'INGV), dove il mio nome compare una decina di volte con l’accusa di aver mentito a proposito di quanto scritto in un suo rapporto.

Una cosa simile ancora non mi era capitata ma non credo che avrò problemi a far sì che l’autore ne subisca le conseguenze.

Avrei mentito perché il rapporto di Castellano, inviato il 29 agosto a qualche decina di suoi colleghi, non sarebbe un rapporto ufficiale ma un rapporto interno. Qualcuno dovrebbe forse spiegare a Castellano che i mezzi che un ente statale, con denari pubblici, mette a disposizione dei suoi dipendenti servono per comunicare tra loro per i compiti ufficialmente assegnati all’ente. È difficile, peraltro, non attribuire un valore ufficiale a un’informazione di somma rilevanza per la Protezione Civile.

Castellano scrive: “Il 22 agosto mattina sono state riviste le tracce del terremoto ed è stata eseguita nuovamente la localizzazione. Il picking è stato effettuato su tutti i sismogrammi delle Reti di Ischia, Campi Flegrei e Vesuvio che avevano registrato l’evento. Per la localizzazione sono stati utilizzati i sismogrammi delle stazioni presenti sull’isola e le tracce migliori delle stazioni presenti nei Campi Flegrei. Il mainschock ha saturato i segnali dei velocimetri in registrazione sull’isola, quindi su queste tracce è stato possibile effettuare solo il picking delle onde P. A questi sono stati aggiunti i picking effettuati sulle stazioni CMIS,CBAC, BAC, ARCO, CFMN, CPOZ, CFB2, CSFT, CSOB e VENT (VENT della Rete Sismica Nazionale)”. E questo non compare nel rapporto di sintesi del 6 settembre.

La foto della pagina del rapporto di Castellano, ove è riportato il testo sopra scritto, è stata anche pubblicata nell’articolo del Corriere del Mezzogiorno del 20 aprile 2018. In essa è leggibilissimo il testo riportato sopra.

Da un punto di vista logico, le dichiarazioni di Castellano non stanno in piedi. Risulta inspiegabile il tentativo nel capoverso conclusivo della sua lettera. Egli dice che nell’ultima figura del suo rapporto è riportata anche una scossa del 23 agosto. Questo, secondo lui, dimostrerebbe che il rapporto non poteva essere stato scritto il 22. Ma ha inviato erga omnes il suo rapporto ufficiale “interno” il 29 agosto nel quale, ripeto, è chiaramente evidenziato che “il 22 agosto la mattina sono state riviste ...”. È irrilevante quando Castellano ha scritto il suo testo. A noi interessa quando ha determinato i parametri del sisma: in tutta evidenza, la mattina del 22 agosto!

È lampante, quindi, che il bugiardo non sono certo io. A meno che Castellano non confessi di aver scritto il falso, con tutte le conseguenze del caso, la sua osservazione è comunque utile perché con essa riconosce il suo rapporto. Peraltro, nella sua lettera al Corriere, densa di disprezzo nei miei confronti, si è guardato bene dallo smentire il predetto rapporto.

Resta da capire chi e che cosa obblighi un Dirigente Tecnologo a negare con tanta veemenza di aver fatto il proprio dovere in tempi ragionevoli, benché tutt’altro che tempestivi. Resta da capire perché chi dirige l’Osservatorio Vesuviano si ostini pervicacemente a dichiarare, anzi a rivendicare, che le sono stati necessari quattro giorni per localizzare un terremoto in una zona sismogenetica notissima, quando già il tempo di un quarto d’ora sarebbe da considerare una dimostrazione di scarsa efficienza.

Per quanto mi riguarda, mi occupo e mi occuperò di questa vicenda fino a quando non sarà fatta chiarezza, con tutti i mezzi previsti dalla Legge, su ogni suo minimo aspetto. Considero un diritto capire perché il 22 agosto 2017 al Tg2 delle 13 veniva ancora dichiarato che il terremoto era avvenuto in mare fuori da Ischia. Ed è un diritto capire se le dichiarazioni della direttrice del Vesuviano e la presa di posizione di Castellano siano in qualche modo collegate alle dichiarazioni fatte al Tg2.

Perché questo mio interesse? La sera del 21 agosto, vedendo in TV i danni del terremoto e conoscendo la sismicità di Ischia, peraltro nota a chiunque si occupi seriamente della sismicità italiana, ho scritto un tweet in cui facevo presente che nei parametri del sisma forniti dall’INGV, visibili in sovrimpressione sullo schermo, c’era qualcosa che non tornava. Credevo di aver così dato una mano, ma un dirigente di ricerca INGV, invece di fare le verifiche sulla base del mio tweet, ha cominciato a insultarmi brutalmente, seguito a ruota da quattro o cinque suoi amici.

Adesso, contro ogni evidenza, mi si accusa addirittura di scrivere cose false. Un famoso politico romano sosteneva che il cattolico, se schiaffeggiato, deve porgere l’altra guancia avvertendo che le guance sono solo due. Rivendico la mia formazione cattolica, ma già il porgere l’altra guancia mi è sempre sembrato un invito a non essere presi sul serio.

Con una nota ufficiale, il 5 aprile scorso, la Regione Campania ha dichiarato che i danni economici provocati dal terremoto alla principale industria di Ischia, il turismo, sono notevolissimi, sia in termini di mancati introiti che in perdite occupazionali. Il fatto che siano stati necessari quattro giorni prima che venissero chiarite le caratteristiche del terremoto non ha certo incoraggiato i turisti a restare nell’isola e a immaginarvi le proprie vacanze future. In effetti, dopo il sisma, sono scappati tutti coloro che ne avevano la possibilità e sono state disdette molte prenotazioni.

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Academia Europaea. European Academy of Science and Arts.Fellow
American Association for the Advancement of Science (AAAS)

 

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