Moscacieca, di Gustavo Zagrebelsky, Editore Laterza, Roma-Bari, 2015, pp.113, euro 14.
Recensione di Roberto Tomei
Costituzionalista di indiscusso prestigio, l’Autore è senz’altro uno degli intellettuali più noti della nostra scena politica, di cui è fine analista e acuto interprete.
Anche in quest’ultima sua fatica, egli ci guida nei meandri della nostra costituzione materiale, mettendo in evidenza le torsioni subite dalla Carta fondamentale a tutto vantaggio dei centri di potere economico-finanziario, i veri padroni del mondo nell’era della globalizzazione.
In questo quadro Zagrebelsky ci mostra come gli Stati finanziariamente più deboli (si ricordi che gli Stati ora possono fallire, mentre fino a poco tempo fa non era possibile) siano sottoposti a tutta una serie di pressioni dirette e indirette, provenienti dalla Bce, dal Fondo monetario internazionale, da banche d’affari di peso, come JP Morgan, e da agenzie di rating, come la celebre Moody’s Corporation.
A farne le spese sono innanzitutto i parlamenti, ormai ridotti a organi di teatro dove si ratificano decisioni prese altrove, ma anche i governi, sempre meno “governanti”, in quanto privati della titolarità dell’indirizzo politico, anch’esso deciso fuori degli Stati nazionali, come si è visto per l’Italia nel 2011 e, in forme ancora più evidenti e brutali, per la Grecia, il cui governo è stato costretto a “rimangiarsi” perfino il risultato di un referendum popolare, perché sgradito ai mercati e ai “creditori”, ormai subentrati agli Stati come titolari della sovranità.
Allo Stato debitore non resta allora che attrezzarsi per non soccombere. Da qui la chiamata dei “tecnici”, di fatto nient’altro che fiduciari della finanza internazionale, spacciati come i soli capaci di garantirgli la sopravvivenza e che, perciò, si fanno promotori di asserite “riforme”, giustamente apostrofate come “salvataggi”, siccome preordinate a conservare l’esistente. Le elezioni, da linfa della democrazia si sono così trasformate in potenziali intralci, né si fa niente per nasconderlo, il “consolidamento fiscale” essendo stato espressamente indicato come un risultato “da tenere al riparo del processo elettorale”.
Decrittando il caotico corso degli eventi, l’Autore ci indica i principali “spostamenti costituzionali” che stanno ridisegnando la nostra Carta fondamentale, formalmente mai abolita, ma bersaglio di continue erosioni e rinnovati svuotamenti: il rovesciamento del baricentro della vita politica a vantaggio dei pochi che occupano i posti di comando nelle istituzioni “e vi si impiantano”; lo svuotamento del Parlamento, umiliato innanzitutto nella funzione rappresentativa, con un Senato diventato “un caso da manuale di morte pietosa o suicidio assistito”; il predominio assoluto del Governo, ulteriormente rafforzato dalla nuova legge elettorale; la mortificazione dei poteri sociali, primi fra tutti quelli che si organizzano in forma sindacale.
A forza di spostamenti, “siamo ormai prossimi a radicali rovesciamenti”. Ma, aggiunge l’Autore, se forze potenti sono all’opera per superare la Costituzione, altre forze possono mobilitarsi per la sua difesa.
Ad ampliare quest’ultima schiera crediamo che il testo di Zagrebelsky possa dare un contributo di primaria importanza, sicché riteniamo utile segnalarlo all’attenzione di tutti i cittadini che hanno a cuore la nostra democrazia.
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