“3.36 La scossa assassina”, di Remo Croci, Fast Edit, Acquaviva Picena, 2016, pp.158, euro 10.
Recensione di Roberto Tomei
Leggere questo libro è come rivivere il recente terremoto in diretta. L’autore è di San Benedetto del Tronto e, come tutti quelli che abitano vicino ai luoghi colpiti dal sisma, è stato tra i primi ad arrivare per portare soccorso. In zona, di terremoti, se così si può dire, se ne intendono, perché si tratta di località altamente sismiche, come ben documenta una scheda inserita nel volume, che di questi terribili eventi fa un censimento quanto mai puntuale, allargato a tutto il Centro Italia. Molto interessante anche la scheda, realizzata dall'ingegner Roberto Gregori, contenente l’analisi tecnica del confronto tra gli ultimi tre terremoti (l’attuale e quelli di L’Aquila e dell’Emilia Romagna, rispettivamente del 2009 e del 2012).
Eppure, anche quelli che ne hanno vissuti diversi, ai terremoti non si sono mai “abituati”, perché, come dice Toni Capuozzo, resta “lo smarrimento di essere stati traditi nel luogo più intimo e sicuro”. E’ un evento al quale non ci si può abituare. Le scosse spezzano il terreno, ma ancor più la vita delle persone. Quando si perde la casa, si perde quasi la propria identità. Anche il paesaggio intorno non è e non sarà mai più quello di prima. Cambia tutto. Chi va e chi resta, coi sopravvissuti sopraffatti dal senso di colpa per “avercela fatta”, mentre gli altri sono morti. Muore una città e dalle macerie ne sorge un’altra.
Il volume si caratterizza per un sapiente ed equilibrato mix di racconti, ricordi e foto del terribile evento. Descritto in tutti i suoi risvolti: quelli belli, come lo slancio dei soccorritori, e quelli brutti, come le rapine degli sciacalli. Sappiamo che, come sempre, la solidarietà degli italiani non è mancata, ma l’autore giustamente pone l’accento sui pericoli connessi alla ricostruzione, evidenziando la necessità che si adottino tutte le cautele necessarie a evitare l’infiltrazione del malaffare. Perché se è vero che al terremoto non ci si abitua, è giusto che si cerchi di non ripetere gli errori commessi in passato.
Una parte del ricavato dalla vendita del libro sarà devoluto alle popolazioni colpite dal sisma.
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