In guerra con il passato. Le falsificazioni della storia di Paolo Mieli, Editore Rizzoli, Milano, 2016, pp.273, euro 17.
Recensione di Roberto Tomei
Il libro che qui si presenta è un inno alla storia, ma soprattutto al rispetto della storia, che non deve essere né banalizzata né distorta, ma riportata nella sua complessità, senza falsificazioni in funzione delle esigenze del presente, frutto di costruzioni storiografiche immaginarie.
Per dare al lettore il senso della complessità delle vicende trattate e consentirgli di cercare nel passato spunti utili per orientarsi nel presente, l’autore, attraverso saggi densi e brevi, che tengono conto dei più recenti risultati della ricerca storica, smonta tutta una serie di luoghi comuni, pregiudizi e vere e proprie falsificazioni.
Alcuni dei casi esaminati, ancorché lontani nel tempo, proiettano le loro ombre ancora sull’oggi. E’ il caso della tesi volta a screditare l’Illuminismo, secondo cui sarebbero state proprio le idee illuministe a influenzare l’azione di Robespierre e del Terrore giacobino, laddove esiste una documentata tesi opposta, che esclude che quei misfatti possano essere imputati all’Illuminismo. Un altro esempio riguarda la questione dell’antisemitismo e delle sue origini, che sarebbe, come tanti hanno sostenuto, conseguenza dell’affermarsi del Cristianesimo, mentre era già presente nel mondo pagano. Anche qui, comprendere le origini del fenomeno può aiutare a intendere meglio le cause della sua persistenza.
Mieli indaga, poi, taluni fenomeni sempre ricorrenti, pur nella diversità delle situazioni. E’ il caso della instaurazione dei processi per corruzione o sottrazione di denaro pubblico contro gli avversari politici. Tra tutti, forse il caso più celebre è quello contro Gaio Licinio Verre che, certamente, non sarebbe stato possibile se egli non fosse stato legato alla fazione politica perdente, quella di Silla. Qui da noi (e non solo) possiamo trovare, nelle cronache degli ultimi decenni, diversi casi che hanno affinità con quella vicenda storica.
In altri saggi, Mieli analizza momenti di passaggio, di svolta, della storia occidentale, in qualche modo simili ai cambiamenti che oggi stiamo vivendo e nei quali risultano determinanti le scelte di pochi leader collocati in posizione privilegiata.
Scopo del libro è, dunque, quello di favorire “un processo di pacificazione con la storia”, dato che la guerra con gli eventi grandi e piccoli che ci hanno preceduto, fatta di torsioni, manipolazioni e contraffazioni, pur usate con intenzioni nobili, può solo portare a confondere le idee sul passato.
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