Docenti e ricercatori universitari, nuova beffa: il governo svuota il fondo per il bonus di 3 mila euro
I recenti chilometrici provvedimenti di Governo e Parlamento non finiscono mai di riservare sorprese per docenti e ricercatori universitari.
I recenti chilometrici provvedimenti di Governo e Parlamento non finiscono mai di riservare sorprese per docenti e ricercatori universitari.
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 29 dicembre 2017 è stato pubblicato il decreto della Funzione Pubblica n. 207 del 17 ottobre 2017, contenente il Regolamento recante modalità per lo svolgimento delle visite fiscali e per l'accertamento delle assenze dal servizio per malattia, nonché l'individuazione delle fasce orarie di reperibilità, entrato in vigore il 13 gennaio.
Dopo il “vorrei ma non posso”, andato in scena per quasi due mesi, il governo alla fine ha trovato pochi spicci per cercare di tacitare le proteste del mondo accademico, che non ha mandato giù l’inopinato blocco (senza nessuna possibilità di recupero giuridico) degli scatti stipendiali triennali protrattosi dal 2011 al 2015.
Con sentenza n. 5952/2017, depositata il 18 dicembre 2017, la VI sezione del Consiglio di Stato ha accolto l’appello del ricorrente che chiedeva la riforma della sentenza del Tar Lazio, sez. III, n.9867/2017, che aveva giudicato legittimo l’operato della Commissione che lo aveva valutato negativamente ai fini del conseguimento dell’abilitazione scientifica nazionale alle funzioni di professore di II fascia per il settore concorsuale 12/c1-Diritto costituzionale.
Lo scorso 23 dicembre, all’Aran è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto dei lavoratori del comparto Funzioni centrali (Ministeri, Agenzie, Inps, Inail et similia) per il triennio 2016-2018. I titoli dei giornali si sono sprecati nel dare risalto dell’importo degli incrementi stipendiali che sarebbero andati da un minimo di 63 euro mensili (per il livello più basso) a un massimo di 117 (il livello apicale di Ispettore generale).
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