Il 2 febbraio scorso, a Vancouver (Canada), durante la serata di galà del Congresso Mondiale della International Ultraviolet Association (Iuva), è stato assegnato all’Università di Siena il premio “Product Innovation 2016”.
Si tratta di un restigioso riconoscimento internazionale per un gruppo di Ricercatori, che hanno realizzato un dispositivo tecnologico per la disinfezione automatica della membrana dello steto/fonendoscopio, Stet Clean®, che partecipa a risolvere un problema reale ed importante in ambito sanitario, avendo una funzione preventiva sulle infezioni correlate all’assistenza (ICA), causate da una cattiva igiene nell’uso dello strumento.
Negli Stati Uniti e in Europa, le ICA causano annualmente circa 140.000 di morti per complicanze sanitarie e costi terapeutici per circa 40 miliardi di dollari.
Il premio, appena conseguito, si aggiunge ad un altro riconoscimento scientifico importante: miglior poster alla 3rd International Conference of Epidemiology and Public Health, Valencia – Spagna, in cui il gruppo senese sperimentava la tecnologia UV con uno studio pilota. Inoltre, la tecnologia ed il concept su cui si basa Stet Clean© è stato pubblicato nell’agosto del 2015 sulla rivista scientifica “American Journal of infection Control”, che rappresenta un riferimento mondiale sui temi di controllo delle infezioni.
“Nel 1847, Ignaz Philipp Semmelweis introdusse il lavaggio delle mani nella pratica sanitaria, misura che ha significativamente influito sulla riduzione delle infezioni correlate all'assistenza. La disinfezione dello steto/fonendoscopio, prolungamento dei sensi e delle mani del medico e di altro personale sanitario specialistico, dovrebbe rappresentare una pratica altrettanto importante”, ha spiegato Gabriele Messina, Ricercatore di Igiene Generale ed Applicata dell’Università di Siena, che ha aggiunto: “E’ stato dimostrato che lo steto/fonendocopio è contaminato tanto quanto le mani, siamo abituati a vedere dispensatori di disinfettante per le corsie degli ospedali, proprio per invitare operatori e pazienti a non scordarsi di praticare questa pratica, essenziale per impedire la diffusione dei microbi e le possibili infezioni correlate all’assistenza. Paradossale è trascurare la disinfezione dello steto/fonendoscopio, soprattutto in un contesto ospedaliero dove sono spesso presenti soggetti più deboli, maggiormente predisposti ad acquisire infezioni, e dove, a causa delle pratiche tradizionali di sanificazione e disinfezione, si hanno germi che sviluppano maggiori resistenze. L’uso della innovativa tecnologia UV da noi proposta consente di ridurre al minimo il rischio infettivo dovuto allo stetoscopio, anche in presenza di tali sfavorevoli condizioni”.