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Venerdì, 26 Apr 2024

Nessuno se ne era accorto, eppure era scritto lì da mesi, nero su bianco, nella “Relazione del Presidente” a pagina 15 del Bilancio di previsione dell’Ingv, approvato il 24 novembre 2015, accessibile a chiunque sul sito istituzionale dell’ente. Tra le risorse finanziarie disponibili per il 2016 vengono indicati 6,1 milioni di Euro come “presunta ripartizione della quota relativa al finanziamento premiale 2015 e 2016 di cui all’art. 4, comma 1, del D.lgs. 31 dicembre 2009, n. 213 (la cosiddetta legge Gelmini, ndr)”. Lo stesso concetto è ribadito a pag. 19 dello stesso documento e, ad abundantiam, in forma tabellare a pag. 195.

In pratica l’attuale cda dell’Ingv, all’epoca presieduto da Stefano Gresta, per far quadrare i conti e chiudere in pareggio il bilancio di previsione 2016 ha pensato bene di contabilizzare tra le entrate i fondi – pari appunto a oltre 6,1 milioni – che l’ente potrebbe (e si sottolinea, potrebbe) ottenere dal Miur sotto forma di restituzione di quella “quota premiale” pari al 7% del FOE, che il ministero trattiene ogni anno per il finanziamento su base premiale di specifici programmi e progetti.

Sono in molti a ritenere che la discutibile scelta sia una conseguenza diretta della riduzione del FOE 2015 per circa 2,8 milioni, pari a circa il 6% del FOE 2014. Si tratta di una riduzione in parte scontata da tutti gli enti di ricerca per una quota pari al 2-3% dello stesso FOE, ma che per l’Ingv ha inspiegabilmente assunto dimensioni molto più significative. E’ singolare come il cda, invece di percorrere la strada di una legittima richiesta di chiarimenti al Miur, abbia pensato di risolvere la situazione “in casa”, ricorrendo alla contabilizzazione di cui sopra.

La ripartizione della quota premiale 2014, che è stata assegnata nel marzo scorso, ha visto un 70% del fondo assegnato sulla base dei risultati della VQR 2004-2010 e il restante 30% assegnato sulla base del merito dei singoli progetti presentati. Attraverso l’operazione compiuta dal cda, l’ingente somma – ben oltre il 10% del FOE – è stata invece destinata a fronteggiare le normali spese di funzionamento dell’ente, con tanti saluti ai programmi e progetti di ricerca.

Contestualmente, i ricercatori si sono resi conto che anche i fondi relativi ai premiali 2014 - per i quali l’Ingv ha concorso qualificandosi come coordinatore di un importante progetto di sismologia sperimentale e come partner di un progetto sulla pericolosità sismica delle aree offhore italiane - sono stati già ingoiati da tempo dalle casse dell’ente.

Iscrivere a bilancio il 70% della quota premiale 2015 è una scelta estrema, resa necessaria dalla grave crisi finanziaria in cui versano numerosi enti di ricerca. Ma fare la stessa cosa con il restante 30%, ancora tutto da guadagnare su base competitiva, suscita forti perplessità. Perseverare poi nella stessa pratica anche per il 2016, sembra aggravare la situazione, visto che per quanto se ne sa oggi il Miur potrebbe decidere di distribuire quei fondi con criteri del tutto diversi da quelli usati in passato.

Sembra che il neo presidente Doglioni abbia appreso di questa preoccupante situazione solo l’8 luglio scorso, quando, a seguito della pubblicazione dei criteri per la ripartizione della quota premiale 2015, aveva sollecitato la comunità scientifica dell’ente ad inviare proposte preliminari di possibili progetti per una loro considerazione da parte del Collegio dei Direttori.

E’ stato allora, infatti, che la già avvenuta destinazione dei fondi è stata portata all’attenzione del presidente dell’Ingv dai competenti organi interni dell’ente che, a quanto pare, si sarebbero a suo tempo strenuamente opposti all’operazione voluta dall’allora presidente e benedetta dall’intero cda, che è quello ancora oggi in carica.

Adesso il rischio è che cada nel vuoto l’appello rivolto da Doglioni ai ricercatori perché presentino progetti e questo perché i fondi eventualmente guadagnati verrebbero inglobati nel bilancio ordinario dell’Ingv.

Sono in tanti a chiedersi quali saranno ora le prossime mosse del presidente nei confronti del cda, mosse necessarie e urgenti per far fronte ad una situazione che sia appalesa davvero critica per l’ente di via di Vigna Murata.

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