Giornale on-line fondato nel 2004

Giovedì, 25 Lug 2024

sede istat 400X400A una settimana dalla presentazione della Nota di aggiornamento al Def, l’Istat rimescola le carte dei conti economici nazionali.

Se fino a ieri eravamo convinti che nel 2014 fossimo ancora in recessione (-0,3%), ora sappiamo che, in realtà, nel primo anno dell’era Renzi, il Pil è più alto di 8,5 miliardi di euro in termini nominali, grazie soprattutto alla variazione delle scorte di magazzino.

La rivalutazione ha comportato una crescita reale dello 0,1%, che resta comunque ben lontana dall’1% dell’Eurozona.

Anche per il 2015, il Pil ai prezzi di mercato è più alto di 6 miliardi di euro rispetto alla stima precedente, con una variazione che si riduce leggermente da +0,8% precedentemente comunicato, a +0,7%.

Ma ciò che è più interessante è la modifica nella composizione della crescita dello scorso anno, che ora appare trainata dalla domanda interna (+1% nel 2015, di cui 0,8% di consumi e 0,2% di investimenti) e frenata da quella estera (-0,4%), mentre prima era in gran parte spiegata dall’aumento delle scorte di magazzino. Un miglioramento qualitativo non di poco conto.

Lo scenario è, pertanto, profondamente mutato e le diverse considerazioni sullo stato di salute dell’economia italiana, fatte fino a ieri sulla base dei dati pubblicati lo scorso marzo dall’Istat, alla luce dei nuovi numeri possono essere tranquillamente cestinate.

A beneficiare della revisione è anche il rapporto debito pubblico/Pil, che si riduce in un sol colpo di mezzo punto percentuale, da 132,7% a 132,2%, facendo tirare al Governo un piccolo sospiro di sollievo, in vista delle battaglie sulla flessibilità nei conti pubblici da combattere in Europa.

Anche questi numeri non sono, però, definitivi e la situazione potrebbe, quindi, evolvere nuovamente a marzo 2017, quando sarà reso noto dall’Istat il primo consuntivo per il 2016.

Secondo alcuni commentatori, le correzioni apportate al 2014 e 2015 non dovrebbero influire sull’andamento dell’anno in corso, che potrebbe chiudersi con una crescita moderata.

Resta il fatto che, dati i livelli del Pil dei primi due trimestri resi noti dall’Istat il 2 settembre scorso, la variazione acquisita per il 2016 – per effetto della rivalutazione effettuata sul 2015 – è passata da +0,7% a +0,2%.

A questo punto, però, non è semplice capire a cosa si andrà incontro da qui alla fine dell’anno, se non attendendo i prossimi sviluppi.

(Pubblicato su Il Fatto Quotidiano del 24 settembre 2016)

franco ridottoQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

www.francomostacci.it
twitter: @frankoball

empty alt

Caroline Herschel, astronoma delle comete e voce celestiale

A metà del Settecento, con un universo ormai copernicano, il cielo diventò un teatro di movimento...
empty alt

Picerno, borgo della Lucania intriso di storia e di attrattive paesaggistiche

Ero stato a Picerno alcune altre volte, in modo fugace e occasionale. Questa volta ci sono andato...
empty alt

Il peso del mattone inasprisce l’inflazione

Come nel gioco dell’oca, si ritorna sempre al punto di partenza, che nel caso dell’economia...
empty alt

Cantieri Pnrr aperti e definanziati: quale sarà la loro fine?

L’ultimo bollettino economico di Bankitalia contiene una interessante ricognizione sullo stato di...
empty alt

Gianluigi Albano, giovane ricercatore di UniPI, vince il Premio EYCA 2024

Importante riconoscimento a livello europeo per un giovane ricercatore del Dipartimento di Chimica e...
empty alt

Distrofia Muscolare di Duchenne, nuova strategia per il trattamento

Una nuova strategia per il trattamento della Distrofia Muscolare di Duchenne (DMD) basata sugli...

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI
Back To Top