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Sabato, 18 Mag 2024

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera inviata dal geofisico Enzo Boschi a Ezio Mauro, direttore del quotidiano la Repubblica, all’indomani della sua piena assoluzione in Cassazione, per la vicenda del terremoto di L'Aquila.

“Caro Direttore,

grazie alla gentilissima Elena Dusi e a lei per l'intervista pubblicata su la Repubblica di sabato 21 novembre, il giorno dopo la mia assoluzione definitiva da parte della Cassazione.

Nella stessa pagina c'è anche un ottimo articolo di Francesco Salvatore. Il suo giornale ha dato risalto all'assoluzione e di questo le sono grato. Pochissimi giornali si sono comportati in modo altrettanto corretto malgrado tre anni fa la condanna avesse fatto scorrere fiumi di inchiostro in tutto il mondo.

Più che i fiumi, le cascate del Niagara sono molto più adatte alla metafora.

Ho tanti ritagli sull'argomento; non li ho contati ma tutti assieme pesano parecchie decine di chilogrammi.

Su la Repubblica mi aveva molto ferito un lunghissimo articolo di Marco Paolini su circa tre pagine il 22 settembre del 2013. Paolini, facendo un parallelismo con il disastro del Vajont, fu estremamente duro nei miei confronti, pur non citandomi esplicitamente.

Io le scrissi una lettera di protesta altrettanto lunga. Lei la affidò a un suo collaboratore che curava le pagine del numero domenicale. Questi mi chiese di accorciarla, cosa che io feci, ma poi decise di non pubblicarla. "In fondo si tratta di una questione personale tra lei e Paolini" mi disse.

Nessun problema, caro Direttore, la lettera è stata poi pubblicata molte volte in molti blog, anche recentemente, e così è stata letta molto di più che se fosse apparsa un solo giorno nel suo pur prestigiosissimo giornale. Addirittura Science, la rivista scientifica più prestigiosa al mondo, ne pubblicò una versione ridotta.

Inoltre, riflettendoci, mi resi conto che in fondo le accuse del Paolini non mi toccavano. Indubbiamente un grandissimo attore nell'evocare disgrazie, forse il più grande in questa particolare specialità teatrale. Grande nell'usare la "passione civile" e lo "sdegno veemente" nel  suscitare emozioni in chi lo ascolta. Per ottenere interesse dai suoi seguaci non può preoccuparsi troppo della logica. Non può attardarsi a spiegare che una diga potrebbe anche non essere costruita mentre i terremoti sono una caratteristica fondamentale del Pianeta in cui viviamo: non ci fossero non ci sarebbe l'atmosfera e la vita non sarebbe possibile.

L'artista deve indicare i colpevoli, i nemici, i cattivi e Paolini non ha problemi a individuarli per la grande tragedia del Vajont. Sopratutto perché sono tutti morti e non possono verificare dubbi sulla narrazione teatrale, perché i morti non possono far valere il loro punto di vista.

Io, malgrado gli ultimi cinque anni della mia vita siano stati durissimi, sono vivo e sono pronto a confrontarmi con le accuse del Paolini punto per punto, benché sia privo delle sue doti istrioniche.

Certo, l'artista può stravolgere la realtà storica per rendere la sua narrazione più affascinante: Shakespeare l'ha fatto costantemente ma  ...  Shakespeare ha lasciato capolavori assoluti.  

Un altro articolo uscito su la Repubblica immediatamente dopo la condanna  mi provocò un notevole avvilimento. Il titolo è "La Protezione incivile di capitan Bertolaso" e l'autore è Francesco Merlo.

L'ho riletto dopo l'assoluzione definitiva e l'ho trovato, con mia grande sorpresa, estremamente divertente. Noi scienziati veniamo descritti come "prestati alla propaganda maligna" di Bertolaso. Siamo simili ai "direttori del Tg1 e agli asserviti comitati scientifici dell'Unione Sovietica". Per noi "la scienza è come il parastato, come l'Atac, come la gestione dei cimiteri". Tutto questo per compiacere Bertolaso. Merlo cita l'Ilva di Taranto, Schettino, Giordano Bruno, Galileo, Porta a Porta, Corrado Clini, il Rotary ... in un crescendo molto esilarante!

Ma il brano che maggiormente mi ha divertito è "Gli scienziati del sisma sono le sentinelle nelle torri di avvistamento, sono addestrati a decifrare i movimenti sotterranei, sono come i pellerossa quando si accucciano sui binari. Nessuno si sogna di rimproverarli se non sentono arrivare il terremoto, ma sono dei mascalzoni se, credendo di sentirlo, lo nascondono".

Noi, Geronimi e Tori Seduti, nascondiamo il sisma, secondo il Merlo,  per far contento quel cattivone di Bertolaso.

Ora, caro Direttore, se permette le pongo un serio problema di logica. Perché, secondo lei, Bertolaso e i politici vorrebbero nascondere la possibilità di un terremoto?  Perché ci dovrebbe obbligare a seguirlo in questa idea?  Si può nascondere uno scandalo, un furto...una qualunque azione delittuosa... ma come si fa a nascondere un terremoto?

Un famosissimo giornalista che tanti anni fa incontrai in un ristorante bolognese mi disse che un terremoto con vittime va sempre in prima pagina.

Che interesse ci può essere nel tranquillizzare nella zona del Paese a più alta pericolosità sismica?  Che l'Abruzzo fosse la zona più pericolosa in Italia l'avevamo sempre detto.

Addirittura nel 2006, dopo anni e anni di studi, siamo riusciti a far pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale la Mappa di Pericolosità Sismica, con tanto di norme costruttive per avere edifici sicuri.

E in quella Mappa il pericolo sismico in Abruzzo e a L'Aquila è evidentissimo! Poi perché l'avremmo negato? Ma, soprattutto, che cosa si guadagna tranquillizzando?

Repubblica e molti altri giornali hanno detto che avremmo tranquillizzato perché succubi dei politici. Ma che interesse avrebbero i politici? Non sono mica loro che provocano i terremoti! Anzi a ben guardare politici e costruttori hanno tutto da guadagnare dai terremoti.

I primi si possono atteggiare a benefattori e i secondi vedono subito l'affare. L'edilizia riparte, l'economia si ravviva, il denaro circola e si ferma qua e là.

Insomma, il nostro "asservimento" alla Politica per tranquillizzare in zone altamente sismiche da noi stessi individuate e ufficialmente classificate  servirebbe solo a far passare noi per deficienti e nessuno ci guadagnerebbe alcunché.
Mi sembra un ragionamento perfettamente logico.

Il problema vero, caro Direttore, sarebbe capire come è possibile che simili assurde convinzioni si diffondano e vengano riportate anche in giornali di grande prestigio come il suo.

Grazie per l'attenzione.

Enzo Boschi, Geofisico”

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