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Sabato, 18 Mag 2024

Come si apprende dalla Gazzetta di Modena del 17 febbraio 2016, il sindaco del Comune di San Felice, insieme al capo dell'Ufficio tecnico, comparirà davanti al Gip, con l'accusa di concorso in omicidio colposo per la tragedia dei tre morti nel crollo di uno stabilimento, causato il 29 maggio 2012 dalla seconda forte scossa sismica verificatasi nella Bassa Emiliana.

Non mi permetto assolutamente di esprimere giudizi su questioni legali che non conosco, anche perché il processo non è ancora iniziato.

Per la mia  esperienza quasi trentennale so che, dopo che si è verificato un terremoto con vittime e danni gravi, gli amministratori locali hanno bisogno di indicazioni precise ed estremamente tempestive su come gestire l'emergenza.

Ho sempre visto in quelle circostanze i Sindaci e i tecnici comunali farsi in quattro per alleviare le difficoltà dei loro amministrati.

Sono più che convinto che anche il Sindaco di San Felice si è comportato nella stessa maniera.

La Protezione Civile nasce sopratutto per quello scopo, cioè per indirizzare le azioni dei responsabili politici e tecnici delle zone colpite.

Questo avvenne all'inizio degli anni '80, in seguito alle due terribili esperienze dei terremoti del Friuli, 1976, e dell'Irpinia, 1980, dove l'impreparazione a eventi simili emerse in tutta la sua drammaticità.

Una delle prime cose che l'appena nominato Ministro della Protezione Civile, Giuseppe Zamberletti, fece fu la creazione della Commissione Grandi Rischi (CGR), costituita da geofisici, sismologi, geologi e ingeneri sismici, per rispondere alla necessità, risultata imprescindibile dalle precedenti esperienze, di informazioni tempestive sulle zone colpite.

In tutti gli anni della sua esistenza, l'avvertenza che è stata data dalla CGR sempre e sistematicamente dopo ogni scossa rilevante è la possibilità che a breve una scossa altrettanto forte, o quasi, si potesse verificare, più o meno nella stessa zona.

E questo non sulla base di cervellotiche teorie statistiche ma dell'approfondita conoscenza della sismicità italiana.

Molte volte sul Foglietto abbiamo ricordato che nessuna indicazione venne dall'attuale CGR dopo la prima scossa del 2012 nella Bassa Emiliana, quella del 20 maggio.

Tornando ai terremoti emiliani, è mia opinione che la gravissima omissione dell'attuale CGR sia all'origine di valutazioni e di decisioni inadeguate da parte di coloro che hanno dovuto gestire l'emergenza.

È poi particolarmente irritante venire a sapere, tre anni dopo i due sismi devastanti, che un membro della CGR sostiene (Prevedibile/Imprevedibile, Rubbettino ed., 2015) di aver previsto la sequenza emiliana già nel gennaio del 2012 e di vantarsi di essere stato prima dei terremoti addirittura consulente della Provincia di Modena per questioni sismologiche.

La gravissima omissione da parte degli "esperti" si è poi legata alla non applicazione della normativa sismica da parte dei responsabili politici ed ha portato alla condivisione della ricerca di cause stravaganti dei sismi emiliani, con lo scopo evidente di distogliere l'attenzione da responsabilità gravissime.

Molti articoli su questi argomenti sono apparsi sul Foglietto e molti ne continueranno ad apparire finché qualcuno non si deciderà a far chiarezza su comportamenti che, con un eufemismo, possiamo definire almeno bizzarri.

Anche questa triste vicenda conferma che è destino dei Sindaci fare quasi sempre da capri espiatori: in caso di terremoto, hanno il minimo di mezzi di intervento ma il massimo della responsabilità!

Se non si cambiano le norme in materia, sarà sempre così, con danni seri per i cittadini.

A L'Aquila, il Sindaco, dopo la riunione della CGR del 30 marzo, sulla base delle mie dichiarazioni chiese lo stato di emergenza per la sua città, ben sei giorni prima della scossa devastante.

Questo risulta chiaramente dagli atti del processo aquilano di primo grado ed è stato uno dei motivi per l'assoluzione piena in appello e in cassazione, sia per me che per altri imputati!

La richiesta del Sindaco de L'Aquila, perché fosse dichiarato lo stato di emergenza, purtroppo non venne presa in considerazione.

Desta "curiosità" che nessuno, a sette anni dal sisma, abbia pensato di chiarire questa "stranezza".

Mi auguro di cuore che il Sindaco di San Felice con i suoi "correi" esca al più presto a testa alta da questa vicenda.

So comunque, per mia triste esperienza che, se si è innocenti, essere indagati e processati è già una dura condanna.

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