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Venerdì, 17 Mag 2024

Giunto alla veneranda età di 90 anni, con qualche acciacco, ma tutto sommato in discrete condizioni di salute, l’Istituto nazionale di statistica rischia di implodere a causa di una congiunzione sfavorevole di natura riorganizzativo-logistica.

Sono trascorsi venti giorni dalla costituzione delle nuove strutture dipartimentali, ma l'inevitabile confusione generata dalla raffica di delibere per il conferimento di incarichi o l’assegnazione di personale non sembra diradarsi.

Lo staff del ‘Dipartimento per la produzione statistica’ è formato da 20 persone, di cui 8 dirigenti di primo livello. Tra essi si contano un ex capo dipartimento, un ex direttore centrale e tre ex capi servizio, una concentrazione di competenze che appare spropositata, di cui, però, non è dato sapere l’attuale utilizzo.

Il ‘Dipartimento per la raccolta dati e lo sviluppo di metodi e tecnologie per la produzione e diffusione dell’informazione statistica’ è affidato ad interim al direttore generale, in attesa che si concluda la rinnovata procedura  per l’individuazione del direttore (la prima non aveva avuto esito positivo non essendo stato possibile individuare “il profilo di competenza ed esperienza pienamente adeguato per assumere l’incarico”).

La neonata ‘Direzione Centrale per la raccolta dati’ è formata da 183 dipendenti, di cui 4 dirigenti di primo livello alle dirette dipendenze del direttore. Ad essa spetterà il compito di sgravare i servizi di produzione statistica dall’onere di raccogliere le informazioni delle diverse indagini statistiche.

Per sapere "chi farà cosa", si dovrà, però, attendere la sottoscrizione di ‘contratti di servizio’ tra le parti in causa. Nel frattempo, secondo quanto si apprende da una delibera di assegnazione del personale tutt’altro che chiarificatrice, “nelle more della conclusione della procedura di assegnazione, il personale è tenuto, fino a nuova disposizione da parte del Direttore centrale, a proseguire le attività svolte nelle precedenti strutture di appartenenza (Direzioni o Servizi) al fine di garantire la continuità dei processi di produzione statistica e/o le necessarie attività di supporto tecnico ed amministrativo”.  

In tutto questo, la ‘Direzione centrale per la pianificazione strategica, l’indirizzo del Sistema statistico nazionale, le relazioni istituzionali e gli affari internazionali’, non essendo incardinata all’interno di nessun Dipartimento o Direzione Generale e non potendo essere alle dipendenze del Presidente, risponde a sè stessa, godendo di una sorta di extraterritorialità.

Ha destato non poche sorprese, poi, la circostanza che, pur in presenza di un nutrito gruppo di aspiranti, non sia stato individuato “il profilo di competenza ed esperienza pienamente adeguato” per dirigere il Servizio ‘Architettura integrata dei dati e dei processi’. C’è chi addirittura giura e spergiura che il nuovo bando non verrà pubblicato prima della conclusione di un concorso a primo tecnologo, bandito nel lontano 2011, perché tra i vincitori potrebbe esserci qualche candidato con le carte in regola per andare a ricoprire l’incarico di dirigente del Servizio tuttora vacante.

Staremo a vedere se anche questa volta gli indovini statistici faranno centro.

Ad alimentare il disorientamento, poi, ha contribuito, non poco, il comunicato del direttore generale dello scorso 15 aprile, con il quale si dava notizia della chiusura della sede di via Torino entro il 5 maggio 2016 (oggi) e della sede di via Oceano Pacifico entro il 30 ottobre 2016.

Ma la nuova sede di via Balbo 39, che dovrebbe ospitare circa 250 dipendenti (e, provvisoriamente, anche il personale ora in via Torino), ancora non è stata presa in carico dall'Istat, mentre la locazione dell’immobile Inail di Via San Nicola da Tolentino, già deliberata dal consiglio dell’Istituto, privilegiandola rispetto ad altre proposte per motivi di economicità e funzionalità, sarebbe saltata per la sopraggiunta indisponibilità manifestata dalla proprietà, costringendo l’ente statistico a ripiegare su un immobile in zona Eur, maggiormente gradito dai lavoratori dell'ente che risiedono in zona.

Silenzio assoluto, invece, sul progetto di costruzione della sede unica a Pietralata, dopo l’adesione dell’Istat al Piano triennale di investimenti dell’Inail, una soluzione che consentirebbe, a regime, un notevole risparmio sui costi di locazione.

Tra i lavoratori, comunque, sembra prevalere una sensazione di diffuso smarrimento e molti dipendenti - in attesa di conoscere il proprio destino - vagano per le sedi romane, in una sorta di moderna ‘ammuina’.

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