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Sabato, 20 Apr 2024

Dopo due giorni dalla pubblicazione del nostro articolo, che di seguito si riporta, c'è stata - con un comunicato stampa - la replica da parte dell'INGV, alla quale è seguita una controreplica da parte di Enzo Boschi, autore dell'articolo stesso. Sia la replica che la controreplica sono in calce all'articolo.

L'ARTICOLO DEL FOGLIETTO DEL 13 OTTOBRE 2016

Nell'indifferenza generale, sta per chiudere i battenti la sede Ingv di L'Aquila

Da non credersi. Per caso, leggendo Il Sole 24 Ore di ieri, scopro che la sede dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) di L'Aquila sta per essere hiusa!

Nel 2009, immediatamente dopo il terremoto, riuscii a trovare nel centro storico aquilano un edificio che era stato ristrutturato da poco tempo e che aveva resistito splendidamente alle scosse. Adattissimo per sua natura per farci un centro di ricerca sismologica e di ingegneria sismica.

Doveva, a mio avviso, sorgere assolutamente nel centro storico devastato per dare un segnale che dai terremoti ci si può e ci si deve difendere.

Quello di fare una sezione Ingv in Abruzzo era un vecchio progetto sempre rimandato per ragioni varie, non ultima la ristrettezza di fondi.

Purtroppo, è stato necessario un terremoto per sbloccare l'iniziativa anche se, ben prima del 2009, era chiaro che l'Abruzzo fosse la zona a maggior pericolosità sismica d'Italia e, quindi, d'Europa.

Ottenni subito un congruo finanziamento da Maria Stella Gelmini, allora titolare del Miur. Potei anche contare su una convinta collaborazione di Giovanni Chiodi, Presidente della Regione, e del Sindaco di L’Aquila, Massimo Cialente.

Il finanziamento copriva i primi cinque anni di attività, poi divenuti sei, e poteva essere rinnovato.

Riuscimmo a inaugurare la nuova sede il 16 novembre 2010, come riportato da Il Messaggero del giorno dopo.

I tre presidenti che mi hanno seguito alla guida dell'INGV non si sono impegnati a implementare questa fondamentale iniziativa e, finito il finanziamento che mi era stato concesso, la sezione aquilana sta per chiudere.

Come è noto, i fondi per la ricerca non li porta Babbo Natale con la slitta e non li lascia la Befana nelle calze attaccate al camino. Vanno richiesti nelle giuste sedi, nazionali ed europee, da persone credibili con progetti seri e difendibili.

Sono inutili, se non patetici, i discorsi generici sulla bellezza della ricerca geofisica o chiacchiere analoghe da parte di chi occupa posti di responsabilità in Sismologia in uno dei Paesi a maggior rischio sismico al mondo.

Il devastante terremoto di Amatrice del 24 agosto scorso sembra non aver avuto nessuna conseguenza nell'organizzazione sismologica e il centro aquilano che a 7 anni dal terremoto del 2009 doveva contare almeno un centinaio di dipendenti sta per essere azzerato.

Mi si dice che il numero degli addetti in realtà è sempre stato estremamente ridotto.

Uno dei compiti del centro aquilano sarebbe dovuto essere il controllo accuratissimo della sismicità in prossimità della diga di Campotosto, il secondo più grande invaso di Europa nella zona a maggior pericolosità sismica del Continente!

Un invaso enorme, che dista una quarantina di km da L'Aquila e una decina da Amatrice.

Tutto questo evidenzia che servono persone dotate di grande e comprovata esperienza nella moderna Sismologia e Vulcanologia e non soggetti che si limitano a sedere su poltrone e ad appropriarsi di risultati, conseguiti faticosamente da altri.

La chiusura della sezione Ingv aquilana fa il paio con il totale disinteresse per la possibilità di una forte scossa sul segmento appenninico drammaticamente attivatosi il 24 agosto, possibilità che avrebbe dovuto essere considerata seriamente dagli addetti nei mesi se non negli anni precedenti alla scossa.

Con la dovuta attenzione preventiva, il numero delle vittime del 24 agosto avrebbe potuto essere molto ridotto se non azzerato. Ci sarebbe stato anche il tempo per mettere in sicurezza almeno gli edifici strategici.

In questo frangente, non si può non ricordare che il 21 giugno 2013, l'allora presidente, Stefano Gresta, decise di inaugurare una seconda volta la sede della sezione Ingv di L’Aquila, alla presenza dei due Pubblici Ministeri (invitati, evidentemente, dallo stesso Gresta) nel famoso processo alla Grandi Rischi, che si era concluso nell'ottobre 2012 con la condanna, in primo grado, a sei anni di reclusione di tutti gli imputati, tra i quali il sottoscritto e Giulio Selvaggi dirigente di ricerca dell'ente da me presieduto.

L'allora presidente Gresta, nell'occasione, ebbe a dichiarare letteralmente che la famosa riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009 "è stata tenuta a porte aperte, probabilmente con la non completa serenità e possibilità di valutare tutte le situazioni”.

In pratica, secondo Gresta, se Selvaggi ed io fossimo stati più concentrati e attenti, i risultati di quella riunione sarebbero stati molto diversi. Insomma, era tutta colpa nostra e della nostra distrazione!

Questo personaggio, definito di "medio livello" dallo stesso Ministro quando lo nominò al vertice dell’Ingv, appartiene a un gruppo di personaggi che hanno sentito il dovere, ma anche il piacere, di usare il processo aquilano per screditarmi. Quando poi sono stato assolto con formula piena in Appello e in Cassazione hanno sofferto. E continuano a soffrire. 

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AGGIORNAMENTO DEL 15 OTTOBRE 2016

LA REPLICA DELL’INGV CON UN COMUNICATO STAMPA

INGV all’Aquila: non chiusura ma trasferimento in nuova sede

L'Aquila è una sede storica dell’Istituto Nazionale di Geofisica poi trasformatosi nel 1999 nell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). La sede fu fondata nel 1958 in occasione dell’Anno Geofisico Internazionale, attorno all'osservatorio geomagnetico di Preturo, il primo in Italia. Le notizie apparse nei giorni scorsi sulla stampa di una volontà, da parte dell’INGV, di chiudere la sede de L’Aquila sono prive di fondamento. L’attuale sede dell’Istituto, presso gli uffici di via dell’Arcivescovado, si era sviluppata grazie al Progetto Abruzzo - Accordo di Programma tra il Ministero della Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) e la Regione Abruzzo - per rispondere alle nuove esigenze di approfondimento scientifico e alle politiche di studio, monitoraggio e prevenzione sorte a seguito del tragico evento sismico del 2009.

Da alcuni anni un gruppo di ricercatori a tempo determinato, geologi, ingegneri, fisici, vi svolge attività di ricerca nel campo della sismologia applicata all’ingegneria, della geologia e geofisica ambientale e della pericolosità sismica.

Attualmente, per ragioni logistiche (sede nella zona rossa con problemi di accesso per il personale e mezzi di servizio), la sede è in fase di trasferimento presso i nuovi uffici ubicati nella zona di Porta Napoli. Questa scelta si lega anche all'imminente chiusura del progetto di ricerca Abruzzo, motivo per cui l’INGV è in attesa della formalizzazione di un nuovo rapporto di collaborazione con la Regione, in assenza del quale si andrà incontro a una significativa riduzione delle attività di ricerca, connessa alla contrazione dell’organico.

Roma, 15 ottobre 2016

LA CONTROREPLICA DI ENZO BOSCHI AL COMUNICATO STAMPA DELL’INGV

La notizia della possibile chiusura della sede aquilana è apparsa sul prestigioso Sole 24 Ore mercoledì 12 ottobre, scritta da un ottimo giornalista, che ha parlato con Fabrizio Galadini, direttore della sede e persona responsabile e competente.

Giovedì, 13 ottobre, Il Foglietto, citando Il Sole 24 Ore, ne ha scritto, non nascondendo lo sconcerto e lo stupore per la situazione creatasi. Anzi: indignandosi!
La smentita dell'INGV è arrivata sabato 15 ignorando le gravi e preoccupanti dichiarazioni del capo della sede aquilana.

Viene da sospettare che lo scopo della nota è smentire il Foglietto, dimostrando comunque una capacità di reazione un po' lenta.

In ogni caso, quanto affermato da noi è di fatto purtroppo confermato dal comunicato dell'INGV: al momento non sembrerebbero esserci iniziative credibili per portare avanti un fondamentale insediamento sismologico nella zona a maggior pericolosità sismica d'Europa.

A noi la cosa appare oltremodo preoccupante!

Nel comunicato si dice che si spera in un accordo con la Regione. Evento tutt'altro che certo. Non c'è da meravigliarsi tuttavia che le priorità della Regione in questi tempi siano evidentemente ben altre.

Problemi di questa portata non si risolvono sperando in un destino favorevole!

L'unico che viene smentito sembra essere a questo punto Fabrizio Galadini, che è il solo a non rassegnarsi e a impegnarsi nel tentativo di mantenere l'efficienza della sede aquilana e a svilupparla quanto merita e necessita.

Il comunicato non si pone il problema di spiegare perché i finanziamenti non debbano continuare a venire dal MIUR: la Sismologia è una disciplina fisica che ha la stessa dignità delle altre discipline fisiche con la differenza che, in un Paese fortemente sismico, è anche utile e assolutamente necessaria per la sicurezza di persone e cose.

All'indomani del devastante terremoto di Amatrice è difficile comprendere una tale insensibilità da parte dei vertici del MIUR a meno che quest'ultimo finora non sia stato adeguatamente e tempestivamente informato e sollecitato.

Il riferimento all'Osservatorio Geomagnetico fondato nel 1958 è incomprensibile e fuorviante. Peraltro realizzato in un luogo sbagliato visto che, a quel che mi risulta, è tuttora inagibile.

In seguito al terremoto dell'Irpinia del 1980 il ruolo dell'Istituto Nazionale di Geofisica cambiò completamente natura: pur rimanendo un ente di ricerca gli fu affidato il servizio di sorveglianza sismica 24 ore su 24 e, dal 1999, anche di quella vulcanica diventando così l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Il geomagnetismo è argomento di notevole interesse scientifico ma non richiede certo l'organizzazione e la tempestività necessarie nella difesa dalle catastrofi naturali.

Si cambi pure indirizzo alla sede aquilana, se è necessario, ma non ci si venga a dire che sismologi e ingegneri sismici accettano che venga loro impedito di entrare in zone colpite da terremoti!

Si seguano con determinazione le giuste rivendicazioni dì Fabrizio Galadini, per conseguire un congruo sviluppo della comprensione della forte sismicità del nostro Paese con i mezzi che le moderne tecnologie ci forniscono.

Non si penserà mica che con quel che è successo il 24 agosto la storia sia finita?

Enzo Boschi

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