di Alex Malaspina
La vicenda di Domenico Giardini, presidente dimissionario dell’Ingv, approdata sulle pagine di Repubblica (1 - 2) dopo l’articolo del Foglietto della scorsa settimana, continua a tenere banco.
Anzi, le polemiche si fanno sempre più aspre, nonostante il ministro Profumo, sempre dalle colonne del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, abbia benedetto l’operazione che, forse oggi, vedrà l’università La Sapienza assegnare, per chiamata diretta, a Giardini una cattedra di Ordinario al Dipartimento di Scienze della Terra.
Se così sarà, il ministro è pronto a revocare il provvedimento con il quale, il 31 gennaio, ha formalmente accettato le dimissioni di Giardini, rassegnate il 22 dicembre.
Ma, al di là di quello che decideranno alla Sapienza, non potrà essere ignorato che - come sottolineato dallo stesso Profumo a Repubblica - se è vero che la chiamata diretta è possibile, è altrettanto vero che essa non può sfuggire a un processo di selezione.
Questo vuol dire che il magnifico Rettore Frati, prima di assegnare la contestata cattedra, deve rispettare un rigido protocollo, che difficilmente si esaurirebbe entro il 1° marzo, data di definitiva cessazione del rapporto di Giardini con l'Ingv.
Non si esclude, pertanto, il ricorso a “scorciatoie”, come la chiamata per "chiara fama", sicuramente più rapida, ma con un particolare: la spesa sarebbe interamente a carico della Sapienza, senza contributi del Miur.
Se tutto questo sta accadendo fuori dall’Ingv, non vuol dire che all’interno dell’ente la paradossale vicenda venga vissuta con distacco. Tutt’altro.
A reagire per primo agli articoli del Foglietto, come risulta al nostro settimanale, è stato il cda dell’ente, con una mail, che si appalesa di sfiducia sia nei confronti di Giardini che del dg Pepe.
Il cda, dopo aver lamentato di essere all’oscuro di “sondaggi in corso al Miur per ricercare l'eventuale soluzione dei problemi che hanno portato alle dimissioni del Presidente”, scrive di essere preoccupato che l’intera vicenda “possa avere compromesso il rapporto fiduciario Presidente-dipendenti”.
Al contempo, il cda, nel chiedere una urgente riunione del consiglio, ha rinfacciato al dg la mancata pubblicazione dei verbali delle sedute dello stesso cda.
Nel frattempo, si facevano sentire anche i lavoratori dell’ente con un durissimo comunicato diffuso dal “Comitato di base per la trasparenza Ingv”, nel quale si sostiene, tra l’altro, che le dimissioni di Giardini, accettate dal ministro, sono irrevocabili. Tesi suffragata da una pacifica giurisprudenza, anche della Cassazione.
La vicenda, dunque, sembra destinata a riservare altri colpi di scena.