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Venerdì, 05 Lug 2024

di Flavia Scotti

E la mezz'ora se n'è andata, avrebbe detto l'indimenticabile cronista televisivo, Nicolò Carosio, se avesse potuto commentare i primi cento giorni da presidente del Cnr di Luigi Nicolais.

Chi si aspettava quantomeno l'avvio di una rivoluzione copernicana al Cnr è rimasto deluso. Dalla fine di febbraio a oggi, dal cilindro di Nicolais, in disparte alcuni proclami, non è uscito neppure il nome del nuovo direttore generale.

Dopo aver "cestinato" tutte le candidature raccolte col bando pubblicato dal suo predecessore Profumo, Nicolais ha fatto un nuovo avviso, i cui termini sono scaduti il 6 giugno. Da allora, il numero uno del Cnr non ha scelto, preferendo differire ancora una volta la scadenza dell'incarico di Fabrizio Tuzi che, dall'uscita di scena di Maiani avvenuta a settembre 2011, di proroghe ne ha collezionate ben tre.

Né si può affermare che nei passati cento giorni Nicolais si sia dedicato ai problemi del personale, visto che alle già scarse riunioni di contrattazione ha fatto una sola, brevissima apparizione.

I più smaliziati sono pronti a scommettere che la stagione al Cnr di Nicolais, navigato politico ancorché scienziato, sarà caratterizzata da un sano gattopardismo: cambiare tutto, purché tutto resti come prima.

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