di Roberto Tomei
Con una mail del 3 settembre, il nuovo dg dell'Ingv, Massimo Ghilardi, si è presentato ai dipendenti, ringraziando presidente e cda per la fiducia tuttora accordatagli, dopo le polemiche sulla sua laurea in scienze motorie, mentre era rimasta in ombra quella in sociologia politica, come anche l'attività di promotore finanziario, svolta prima di approdare al Miur come dirigente a termine, dove ha detto di aver guadagnato meno di prima.
Ma si sa che quando la patria chiama, non si risponde signornò. Senza mezzi termini, si dichiara fiducioso "nel potenziale e nella strategicità (termine ignoto alla lingua italiana, ndr)" dell'ente, del quale si impegna a risollevare le sorti.
Uno come lui, è naturale che corra molto. C'è da chiedersi però in che direzione potrà andare, dato che l'incarico che riveste, regolamento alla mano, non gli attribuisce che compiti meramente esecutivi.
Se ciò è vero, come è, non si vede come potrà fare a mantenere l'antica promessa di cercare di modificare la pianta organica per assorbire addirittura 200 dei 400 precari che lavorano nell'ente.
Partito lancia in (G)resta, nel saluto ai dipendenti ha pensato bene però di sorvolare sullo spinoso argomento.