di Roberto Tomei
L’articolo del Foglietto della scorsa settimana, dal titolo “Un tetto per tutti. La società Maris trova alloggio in via di Vigna Murata. A casa dell’Ingv”, ha avuto una vasta eco all’interno dell’ente, cogliendo di sorpresa sia il personale dell’Istituto nazionale di vulcanologia e geofisica che i vertici dell’ente.
Non sono stati pochi, infatti, coloro che, credendo a uno scherzo del nostro settimanale on line, hanno voluto verificare di persona che l’ex laboratorio ubicato al piano terra del n. 605 di via di Vigna Murata fosse stato effettivamente adibito a sede della società consortile a responsabilità limitata Maris, partecipata all’80% dall’Ingv e per il restante 20% dall’Università di Messina.
Quanto da noi scritto in merito ai risultati, tutt’altro che lusinghieri, conseguiti dalla Maris dal momento della sua costituzione (aprile 2009) alla fine dell’esercizio 2011, hanno trovato conferma non solo nei bilanci della società, che Il Foglietto ha esaminato, ma anche in una relazione della Assetwork, società incaricata dall’Ingv di analizzare l’attuale struttura organizzativa dell’ente e della quale ci siamo occupati alcuni mesi fa.
Ebbene, a pag. 68 della predetta relazione, titolata “Partecipazioni societarie Ingv”, leggesi, tra l’altro: “Si rileva che il consorzio Maris, di cui l’Ingv detiene ben l’80%, è in una situazione di stasi sin dal 2010, con relativa assenza di flussi di cassa”.
A seguire, la Assetwork, più in generale, aggiunge: “Da ultimo, si rileva che Ingv partecipa alle spese dei Consorzi, senza però averne alcun ritorno sugli eventuali ricavi, con grave rischio, tra l’altro, di mala gestio”.
Una bocciatura senza appello, dunque, per la presenza dell’Istituto dei via di Vigna Murata in ben 6 consorzi.