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Sabato, 06 Lug 2024

Per le tasche dei milanesi, il rientro dalle ferie estive è stato particolarmente amaro. Dal primo settembre sono aumentati, infatti, gli abbonamenti ATM ai trasporti pubblici: quello mensile è passato da 30 a 35 euro (+17%); l’annuale da 300 a 330 euro (+10%); il settimanale 2x6 da 8,40 a 10 euro (+19%); l’under 26 mensile  da 17 a 22 euro (+27%) e l'annuale da 170 a 200 euro (+18%).

Una vera stangata, in attesa che anche il prezzo del biglietto, già aumentato da 1 a 1,50 euro nel 2011, salga a 1,70 euro da gennaio 2014.

Fino a qui il danno. Ora vediamo la beffa.

Chiunque si aspettava che gli aumenti tariffari si sarebbero tradotti in un’impennata dell’inflazione, è rimasto deluso.

Secondo quanto comunicato dall’Ufficio di statistica del comune di Milano, a settembre l’aumento dei prezzi del ‘trasporto passeggeri su autobus e pullman’ è stato di 0,9% e l’aumento dei prezzi del ‘trasporto multimodale passeggeri’ è stato del 3,5%.

Come è possibile? Proviamo a capire.

Ciascuna di queste due voci raggruppa al suo interno i prezzi dei biglietti ATM, degli abbonamenti ATM e dei trasporti extraurbani di altre compagnie di trasporto.

Per svelare l’arcano, Il Foglietto ha chiesto e sollecitato all’Ufficio stampa del Comune di Milano il dettaglio degli aumenti nei trasporti pubblici considerati nel calcolo dell’inflazione per il mese di settembre, ma al momento di chiudere questo articolo, il nostro settimanale ha dovuto registrare un assordante silenzio da parte dei comunicatori del sindaco Pisapia.

Consultando il sito dell’Istat, invece, una cosa è balzata agli occhi. Il peso dei trasporti pubblici è passato da 0,56% del 2011 a 0,89% nel 2013, forse per effetto della crisi che ha costretto molti a lasciare parcheggiata l’automobile. Ma se nel 2011 il 78% di tale peso era distribuito tra biglietti e abbonamenti urbani e il 22% ai trasporti extraurbani, nel 2013 la proporzione si è nettamente spostata a favore di questi ultimi, che ora contano per il 54%. In altre parole, negli ultimi 2 anni per l’Istat si è ridotta la spesa per i biglietti di bus e metro in città, mentre si è quadruplicata quella per spostarsi in pullman da un comune all’altro. Uno scenario che sarebbe compatibile solo con un imponente e improvviso spopolamento delle città. Cosa che, però, non è avvenuta.

Un’altra stranezza sull’inflazione, che si va ad aggiungere a quelle denunciate in passato dal Foglietto sugli affitti delle abitazioni, sulle diminuzioni dei prezzi dei cocomeri a febbraio, sui ritardati aumenti delle mense scolastiche a Roma, sulle strane diminuzioni dei prezzi dei giornali.

Anche questa, come le altre, sembra destinata a rimanere inspiegata, mentre si registra un record storico dell’inflazione, scesa a settembre allo 0,9%.

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