di Biancamaria Gentili
Secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa nei giorni scorsi, nel riparto del fondo sanitario 2013 alla Regione Lazio sarebbero stati “scippati”- termine, stando ai giornali, proferito dal presidente della regione, Nicola Zingaretti - 202 milioni di euro. Essendo la ripartizione del predetto fondo basata sui dati censuari, ciò sarebbe avvenuto a causa del fatto che nel Lazio l’Istat avrebbe censito ben 500 mila abitanti in meno.
Magari Zingaretti è nel giusto, comunque i soldi alla Regione di cui è governatore sono stati tolti e, prima di “rivederli”, chissà quanto dovrà aspettare.
Nihil sub sole novi.
La stessa cosa, infatti, accadde con il precedente censimento del 2001, quando il Lazio dovette attendere un bel po’ prima che sulla vicenda fosse fatta piena luce. Allora toccò a Marrazzo andare a battere cassa per una somma persino superiore.
Tra chi non si stupisce di acclarati “scippi” passati e paventati “scippi” presenti c’è sicuramente Usi-Ricerca, perché - ci sembra giusto ricordarlo - fu proprio grazie a uno studio del sindacato, risalente al 2005, che questa storia venne a galla, per essere poi ripresa, con notevole risalto, dalla grande stampa nazionale.
Allora ci parve a dir poco strano che in dieci anni, tra il 1991 e il 2001, dalla capitale fossero spariti oltre 300mila cittadini e addirittura decine di migliaia di immobili, che, come dice il nome stesso, tutto possono fare tranne muoversi, quindi non possono “sparire”.
Ora ci risiamo? Speriamo proprio di no.
Ma se i “conti” ancora una volta non dovessero tornare, auguriamo a Zingaretti, che minaccia addirittura di ricorrere al Tar, di recuperare prima possibile quanto alla sfortunata Regione Lazio - sempre la stessa, sembra quasi una maledizione - dovesse essere stato illegittimamente sottratto.
E’ giusto dare ragione a chi ce l’ha. A Usi-Ricerca, invece, nessuno ha avuto il buongusto di riconoscere i propri meriti.
Ma ormai ci ha fatto l’abitudine.