Redazione
Per molte famiglie romane la mazzata è stata pesante. Con il nuovo anno scolastico il servizio comunale di refezione è aumentato dai 41,32 euro mensili ad un importo variabile a seconda dell'Isee.
Gli aumenti sono dell'ordine del 4% per un valore Isee di 15.000 euro e crescono fino al 93,6% per le famiglie "ricche" il cui Isee è superiore a 45.000 euro, che dovranno sborsare alle casse comunali 80 euro al mese per 5 pasti settimanali.
E se a pagare di più saranno, come al solito, coloro che non evadono il fisco, la beffa subìta dalle famiglie appare di ben altra portata.
L'aumento, infatti, è scattato da settembre 2010, come da delibera comunale n. 74/2010 e, anche se in ritardo, gli utenti sono stati chiamati a versare quanto dovuto.
Per l'Istat, invece, l'aumento dei prezzi delle mense di Roma (scolastiche, universitarie e aziendali) ha avuto effetto solo da gennaio 2011, ed è stato del 10,9%. Se il muro invalicabile del "segreto statistico" impedisce di entrare nel merito delle cifre, resta quantomeno incomprensibile il "black out" di 4 mesi imposto dall'Istat.
Forse, il presidente Giovannini qualche spiegazione ai lettori del Foglietto, e non solo, dovrebbe darla.