Redazione
All’Istat cambiano i direttori generali, ma persiste l’idiosincrasia verso le addizioni.
Del fenomeno, assai singolare per un ente aduso al maneggio dei numeri, si era già occupato alcuni anni fa addirittura il settimanale L’Espresso, rilevando che per la direzione generale Istat dell’epoca 12+11+19+31 dava un totale di 79 (anziché 73) e che 58+59+159+45 assommava a 392 (anziché 321).
A distanza di tempo, alla direzione generale dell’ente statistico la storia si è ripetuta, senza essere maestra di vita, se è vero, come è, che da una tabella diffusa, sempre dalla direzione generale, per dar conto della situazione del personale alla data del 1° maggio 2011, si apprende che 217+122 fa 346 (anziché 339), mentre 2044+346 dà un totale di 2382 (anziché 2390).
Nessuno vuole mettere in dubbio la perizia della magistratura del dato, come è solito autodefinirsi l’ente di via Balbo, per cui forse occorre ricredersi su quella che sinora era ritenuta una certezza, cioè che è la somma che fa il totale.