Redazione
Per Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, la fine del 2011 e l’inizio del 2012 sono risultati alquanto agitati.
Come se non bastassero le critiche seguite alla diffusione dei risultati della Commissione per il livellamento retributivo Italia-Europa, presieduta dallo stesso Giovannini, a far strabuzzare gli occhi anche ai meno attenti sono stati due comunicati stampa diffusi dall’ente di via Balbo per fare il punto sull’andamento del censimento.
Il 29 dicembre, scriveva l’Istat che “sono 21 milioni 790 mila i questionari riconsegnati dalle famiglie, pari all’85,3% di quelli previsti”.
Il giorno dopo, un successivo bollettino comunicava che alla data del 30 dicembre i questionari riconsegnati erano 22 milioni 198 mila, pari all’87,8% di quelli previsti.
Con un semplice calcolo aritmetico ci si accorge che i conti non tornano sul numero dei questionari complessivi di cui l’Istat prevede la riconsegna. Il 29 dicembre era pari a 25.545.134; a distanza di 24 ore, si riduceva a 25.282.460.
Forse la borsa Istat ha chiuso l’anno in leggero ribasso.