di Flavia Scotti
Secondo fonti attendibili, Francesco Profumo, ministro dell’Istruzione, Universiità e Ricerca, nonché presidente “autosospeso” del Cnr, starebbe per gettare la spugna, dimettendosi formalmente da tale ultima carica, incompatibile per legge con quella di ministro.
L’unica remora sarebbe rappresentata dalla possibile reazione di qualche membro del cda, che vorrebbe conservare la poltrona.
Se Profumo romperà gli indugi, commissario diventerebbe Maria Cristina Messa, attuale vice presidente, e subito partirebbero le procedure per la scelta del nuovo presidente, che dovrebbe essere Luigi Nicolais.
In tal modo si chiuderebbe una vicenda kafkiana, iniziata il 16 novembre scorso, quando subito dopo il giuramento al Quirinale, Profumo è cessato, per precisa disposizione legislativa, dalla carica di presidente del Cnr.
Ciò nonostante, il titolare del Miur ha deciso di temporeggiare, optando per la sua “autosospensione” da tale carica - istituto, quello dell’autosospensione, che non è dato reperire nell’ordinamento giuridico italiano - in attesa di un parere da parte dell’Antitrust, che - per inciso - non molto tempo fa, per un caso analogo, si è pronunciata negativamente.
La grossa anomalia, ad onor del vero, è stata sollevata tempestivamente solo dal nostro settimanale e, a distanza di settimane, da altri organi di stampa, che hanno rimarcato l’incredibile ruolo di controllore-controllato di Profumo, che come titolare del Miur ha, per legge, la vigilanza sul Cnr.
La scorsa settimana Il Foglietto ha documentato la prima situazione di concreta incompatibilità di Profumo, chiamato a dirimere un contrasto tra Cnr e Asi.
Della “atipica” situazione al vertice del Cnr, si sono accorti, dopo due mesi, anche i vertici dei sindacati confederali della ricerca, che la scorsa settimana hanno addirittura diramato un comunicato stampa, per chiedere “chiarezza” sulla presidenza Cnr. Meglio tardi che mai.