Giornale on-line fondato nel 2004

Venerdì, 05 Lug 2024

di Biancamaria Gentili

Non c’è pace ai piani alti del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra).

Dopo le nomine e contronomine di commissari, nel giro di pochi mesi in tre hanno salito e sceso le scale del n. 82 di via Nazionale a Roma, ora tocca ai direttori generali.

Uscito di scena a fine novembre scorso, in maniera tutt’altro che tranquilla, il direttorissimo Giovanni Lo Piparo, l’allora commissario Giuseppe Sudano si affrettò, in data 15 dicembre,  a nominare il nuovo direttore generale dell’ente, nella persona di Carlo Simeone,  che dal 16 settembre rivestiva la carica di vice dello stesso Sudano.

Simeone, laureato in scienze agrarie nel 1981, aveva ricoperto vari incarichi nel settore dell'agricoltura, dapprima come ricercatore e, successivamente, in Confagricoltura, collaborando anche con la Commissione europea fino al 1989.

La sua permanenza in via Nazionale è durata davvero poco se è vero, come è, che il neo commissario del Cra, Giuseppe Alonzo, nominato dal neo ministro delle Politiche agricole Mario Catania, ha annullato, con un decreto commissariale firmato il 18 gennaio, il provvedimento con il quale Sudano aveva nominato Simeone.

Un licenziamento bello e buono, che la dice lunga sull’aria che si respira nell’ente di ricerca di via Nazionale. Una lotta di potere senza esclusione di colpi, che ha radici lontane. Basti rammentare che dal 2000 a oggi alla guida del Cra si sono succeduti tre presidenti (Zoppi, D’Ascenzo e Coviello) e un imprecisato numero di commissari e sub commissari. Anche i direttori generali hanno fatto la loro parte: da Desiderio a Marandola, da Pilo a Lo Piparo, per finire (malamente) a Simeone, che Alonzo ha sostituito momentaneamente con Ida Marandola, dirigente degli Affari Giuridici.

Una vera babele, che nulla ha a che vedere con le finalità istituzionali dell’ente, ma che anzi le danneggia enormemente.

Un ente che, nel 2010 ha registrato entrate per circa 160 milioni di euro, e che dovrebbe cessare di essere terra di conquista politica per dare centralità all’attività di ricerca in un settore strategico per il paese, sfruttando al massimo le potenzialità degli oltre 1300 dipendenti di ruolo, di cui 360 ricercatori e 60 tecnologi, ai quali si aggiungono oltre 500 lavoratori precari, che operano all’interno dei Centri e delle Unità disseminati su tutto il territorio nazionale.

empty alt

All’ombra del Re dollaro crescono piccole valute

La notizia dell’ultimo aggiornamento che il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha dedicato...
empty alt

Tolve, bellezza lucana che affonda le sue radici nel terzo millennio a.C.

San Rocco è il Santo più venerato nel mondo cattolico. Nei miei viaggi per i borghi lucani la sua...
empty alt

In Adriatico sono tornate le mucillagini

In Adriatico sono tornate le mucillagini la cui composizione potei analizzare, tra primi, nel...
empty alt

Illegittimo affidare il controllo della prestazione lavorativa a un investigatore

Con ordinanza n. 17004/24, pubblicata il 20 giugno 2024, la Corte di cassazione - sezione Lavoro – ha...
empty alt

Dall’Antitrust cartellino rosso alla Figc

Dopo l'inattesa eliminazione della nazionale italiana di calcio dagli Europei, una nuova tegola si è...
empty alt

“Fremont”, film esistenzialista dalle venature surreali

Fremont, regia di Babak Jalali, con Anaita Wali Zada (Donya), Gregg Turkington (Dr. Anthony),...

Ti piace l'informazione del Foglietto?

Se ti piace quello che leggi, puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro sostenendoci con quanto pensi valga l'informazione che hai ricevuto. Anche il costo di un caffè!

SOSTIENICI
Back To Top