di Biancamaria Gentili
Entro la fine di febbraio, il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), l’Area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste (Science Park) e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) dovrebbero avere un nuovo presidente.
Francesco Profumo, ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, cui spetta la nomina dei vertici dei predetti enti, dopo più di settanta giorni di tentennamenti, ha finalmente rassegnato, per manifesta incompatibilità, le dimissioni da presidente del Cnr e ha avviato le procedure per l’individuazione del suo successore a piazzale Aldo Moro.
Profumo nei giorni scorsi avrebbe riconvocato il Search committee, che a marzo scorso era stato insediato dall’allora ministro Gelmini col compito di designare la rosa di candidati alla presidenza e ai cda dei dodici enti di ricerca vigilati dal Miur. A presiederlo sarà sempre Francesco Salamini, ordinario e presidente del Comitato scientifico del Parco Tecnologico Padano, il cui compito sarà quello di ridefinire la “cinquina” dalla quale il ministro individuerà gli organi di vertice dei tre enti, per due dei quali (Cnr e Science Park) è sopravvenuta incompatibilità con la carica di ministro (Profumo e Clini), mentre per il terzo (Ingv), il 19 dicembre il presidente Giardini ha rassegnato le dimissioni.
Di fronte al dilemma se pubblicare un nuovo avviso pubblico oppure integrare la “cinquina” con un nome nuovo, sembra sia prevalsa tale ultima ipotesi, anche allo scopo di accelerare i tempi.
Sicché al Search committee spetterà aggiungere un nome ai quattro già individuati la scorsa estate, che per il Cnr erano, oltre a Profumo, Luciano Maiani, Luigi Nicolais, Andrea Lenzi e Tullio Pozzan; per l’Ingv: oltre a Domenico Giardini, Benedetto De Vivo, Carlo Doglioni, Stefano Gresta e Roberto Sabadini e per lo Science Park, oltre a Clini, Adriano de Maio, Paolo Gasparini, Maria Cristina Pedicchio e Giorgio Zauli.
In quest’ultimo caso, il Search committee di nomi dovrà aggiungerne due, visto che Maria Cristina Pedicchio è diventata presidente dell’Ogs.
Per quanto riguarda, invece, la situazione dell’Ingv, non è da escludere un clamoroso ritiro delle dimissioni da parte di Giardini.
Ma a tenere banco nelle prossime settimane, quasi certamente sarà ancora una volta il Cnr che, per importanza e budget annuo (quasi un miliardo di euro), è assimilabile a un ministero con portafoglio, che non può passare inosservato al mondo politico, che non mancherà di fare pressing sul governo dei professori.