di Paolo Vita
Giallo sulle dimissioni del presidente dell'Ingv, Domenico Giardini. Il documento con cui il titolare del Miur, Francesco Profumo, ha accettato le dimissioni rassegnate lo scorso 22 dicembre dal numero uno dell'Ingv, a decorrere dal 1° marzo 2012, sembrerebbe non essere stato recapitato all'ente di via di Vigna Murata.
Infatti, la lettera del ministro con il numero di protocollo 158, del 31 gennaio 2012, indirizzata al professor Giardini con cui si accettano le sue dimissioni parrebbe essere sfuggita al direttore generale dell'Ingv, Tullio Pepe, che lo scorso 3 febbraio alle 13,24 ha scritto a tutti i colleghi per dire che "allo stato attuale il Ministro della Ricerca non ha ancora provveduto ad accogliere le dimissioni del Presidente dell'Ingv ed è, invece, impegnato a trovare entro pochi giorni una soluzione alle difficoltà che hanno portato alle dimissioni".
Certo è che ci troveremmo davanti ad una forma di comunicazione tra l'Ingv e il ministro vigilante davvero singolare se una lettera di tale importanza per la ricerca italiana a distanza di tre giorni non fosse arrivata sulla scrivania del n. 2 dell’ente.
Non sarà che la soluzione a questo giallo possa arrivare dal consiglio di Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza, chiamato a decidere sull'attribuzione o meno di una cattedra al professor Giardini, che in caso affermativo ritirerebbe le dimissioni?