di Paolo Vita
L'Istat deve essere commissariata perché il bilancio è in rosso dal 2008. Questo prevede la legge (art 15 comma 1 bis del decreto legge 98/2011), visto che i conti del 2011 appena approvati dall'ente guidato da Enrico Giovannini hanno fatto segnare un disavanzo di competenza pari a 11 milioni (dovuto ad entrate correnti per 445milioni a fronte di uscite correnti per 456 milioni).
La norma succitata dispone infatti che "nei casi in cui il bilancio di un ente sottoposto alla vigilanza dello Stato presenti una situazione di disavanzo di competenza per due esercizi consecutivi (nel caso dell'Istat i conti sono in rosso almeno dal 2008, ndr), i relativi organi, ad eccezione del collegio dei revisori o sindacale, decadono ed è nominato un commissario".
Ma per la Ragioneria Generale dello Stato del ministero del Tesoro questa norma si può anche non applicare, visto che con la circolare 33 del 2011 ha precisato che "la presenza di un disavanzo di competenza per due esercizi consecutivi non è sintomo di per sé di squilibrio finanziario della gestione e non comporta l'automatica applicazione della norma in esame".
Quindi, benché l'Istat, secondo la legge dovrebbe essere commissariata a causa dei risultati gestionali, Giovannini e il cda dell'ente statistico rimarranno al loro posto, grazie a una circolare, cui sorprendentemente si riconosce la forza di derogare alla legge. Una interpretazione a dir poco discutibile.
E meno male che nel 2011 l'Istat ha fatto il censimento che ha portato nelle sue casse ben 200 milioni aggiuntivi. Infatti, nel 2010 l'Istat ha riscosso trasferimenti statali per 242 milioni mentre l'anno scorso ha riscosso ben 488 milioni. Cioè a fronte di un raddoppio della riscossioni nei confronti dello Stato l'ente guidato da Giovannini continua a mettere a segno perdite su perdite.
Deve far riflettere come la spesa per l'acquisizione di beni di consumo e servizi sia aumentata di circa il 25%, passando dai 26 milioni del 2010 agli oltre 31 milioni del 2011.
Per quanto riguarda invece le spese per l'acquisto, il noleggio e la manutenzione delle autovetture dell'Istat, neppure i revisori dei conti sono riusciti a vederci chiaro.
Infatti, nella loro relazione al bilancio 2011 hanno scritto: "dal bilancio non è desumibile in via diretta lo stanziamento per questa tipologia di spesa essendo inserita in un capitolo che comprende anche altre voci" salvo poi proseguire con un misterioso "l'Istituto ha comunque adottato le misure organizzative adeguate per consentire il monitoraggio di tale spesa e il rispetto dei vincoli normativi".