di Flavia Scotti
L'Istat non bada a spese salvo poi, ad ogni uscita pubblica, reclamare maggiori risorse.
E' cosa nota che il riordino dell'ente si è tradotto in un aumento del numero dei dirigenti e nell'introduzione della dirigenza amministrativa, con una maggiore spesa di 500 mila euro (cfr. Il Foglietto del 2 novembre 2011).
Il bilancio consuntivo del 2011 riserva, però, numerose altre sorprese. La bolletta dell'elettricità, "nonostante le misure di contenimento adottate" - si difende l'Istat - è cresciuta del 18%, con un maggior esborso di 230 mila euro.
Dal canto suo, la scellerata politica immobiliare, con il trasloco da via Ravà alla problematica sede di viale Oceano Pacifico e l'ampliamento degli spazi affittati a via Tuscolana, ha avuto un costo aggiuntivo rispetto al 2010 di 1,7 milioni di euro per locazioni di immobili (+21%).
Quasi 100 mila euro in più (il 34%) se ne sono andati, invece, per il nolo e l'esercizio di elaboratori e altre apparecchiature informatiche. E se i concorsi che si sono svolti nel 2011 sono costati 225 mila euro, anche le spese per la pulizia dei locali e quelle per la vigilanza sono cresciute di quasi 500 mila euro (+20%).
Ma ad aumentare non sono state solo le spese generali, perché l'ente di via Balbo, per appaltare a società private importanti fasi delle indagini statistiche ha sborsato nel 2011 quasi 20 milioni di euro, 3 in più dell'anno precedente: a crescere maggiormente le indagini dell'area demo-sociale (+22%) rispetto a quelle dell'area economica (+8%).
Tirando le somme, si tratta di oltre 6 milioni di euro di maggiori spese, che un'amministrazione più oculata avrebbe potuto risparmiare, soprattutto in tempi di spending review e di richiesta di sacrifici economici al personale.