da Roberto Tomei
Anche Stefano Gresta, neo presidente dell’Ingv, proprio non ci sta. Con un messaggio a tutto il personale, inviato nei giorni scorsi, ha dato una sua interpretazione alle turbolenze che hanno investito l’Istituto, senza mezzi termini definite “strumentalmente pretestuose”.
In particolare, Gresta stigmatizza i reiterati attacchi di stampa nei confronti di Massimo Ghilardi e Sonia Topazio, rispettivamente, neo direttore generale (da settembre prossimo) e addetto ufficio stampa.
Mentre di questo ufficio preannuncia un imminente potenziamento, della nomina del nuovo direttore generale, definito “efficiente funzionario”, rivendica, invece, la bontà, affermando che “se non fosse stato scelto dal nostro cda, sarebbe di certo andato a ricoprire il ruolo di dg in un altro ente di ricerca vigilato dal Miur, e nessun polverone si sarebbe alzato”.
Insomma, meglio di così non poteva andare e magari tra gli altri enti di ricerca c’è addirittura rammarico per non essere riusciti ad ingaggiare il Ghilardi e invidia nei confronti dell’Ingv.
Una profezia così puntuale ha stupito gli addetti del settore, lasciando però ben sperare circa la prevedibilità di altri eventi, forse compresi quelli tellurici. Non solo. Ma Gresta conosce anche “la chiave di lettura agli attacchi di cui il vertice Ingv è da tempo oggetto”: ora (avverbio che Gresta utilizza per ben sette volte nel suo messaggio), questa risiederebbe nel fatto che tali “attacchi si fanno agli enti sani; agli enti moribondi non presta attenzione nessuno”.
L’Ingv non solo sarebbe sano ma starebbe iniziando “un periodo di grandi cambiamenti, dalla nostra organizzazione interna al modo di reperire fondi”.
Profezia dopo profezia, Gresta sa anche di essere simpatico e stimato da alcuni e da altri no.
Ora, c’è chi è convinto che presto egli svelerà non solo i nomi dei suoi estimatori/detrattori, ma anche il nome dell’ente di ricerca presso il quale “di certo” Ghilardi si sarebbe accasato. Se non fosse stato lestamente anticipato dall’Ingv.