di Flavia Scotti
La grave e per molti versi tragica vicenda delle acciaierie Ilva di Taranto ha investito nei giorni scorsi anche il Cnr. A onor del vero, anche nei mesi passati l'ente presieduto da Luigi Nicolais aveva fatto parlare di sè, quando sulla stampa erano emersi alcuni riferimenti all'attività svolta dall’ente di ricerca nella qualità di consulente dell’Ilva.
Il 3 ottobre, invece, il Cnr è stato oggetto di un duro attacco da parte di Angelo Bonelli, presidente della Federazione dei Verdi, il quale ha consegnato al premier Mario Monti una lettera per segnalare che uno dei membri della commissione istruttoria per l'autorizzazione ambientale integrata (Aia), operante presso il ministero dell'Ambiente, che dovrà imporre drastiche prescrizioni per la ripresa dell'attività delle acciaierie, sarebbe in "conflitto di interessi", per aver svolto in passato attività di consulenza a favore dell'Ilva, anche se in nome e per conto del Cnr.
Si tratta di Mauro Rotatori, primo ricercatore in forza all'Istituto sull'inquinamento atmosferico, diretto da Nicola Pirrone, dopo il collocamento in quiescenza di Ivo Allegrini. Quest’ultimo ora è membro del Comitato scientifico dell'Ilva.
Secondo Bonelli, "è singolare che nella Commissione che deve rilasciare l'autorizzazione all'Ilva vi siano persone che hanno avuto con la società cui va rilasciata l'autorizzazione rapporti di consulenza per uno studio sulle diossine emesse dal camino di agglomerazione" e per questo ha chiesto al presidente del Consiglio "se ritiene normale quanto sopra descritto". La lettera è stata trasmessa anche al commissario Ue per l'Ambiente.
Ma a rendere ancor più incandescente il clima è stato anche un articolo apparso su Repubblica.it nel quale si legge che “negli anni scorsi il ministero dell’Ambiente e l’Arpa Puglia chiesero, senza ottenerli, i risultati delle consulenze” effettuate dall’Istituto sull’inquinamento. Il Cnr li avrebbe negati con la seguente motivazione: “Quelle rilevazioni le abbiamo effettuate in qualità di consulenti dell’azienda”.
Eppure non dovrebbero sussistere dubbi su quella che dovrebbe essere la collocazione del Cnr, visto che annualmente attinge dalle casse dello Stato circa un miliardo di euro.
Quando si fanno consulenze per i privati, basta prevedere che qualora i risultati investano la salute dei cittadini, come nel caso dell’Ilva, gli stessi devono essere immediatamente portati a conoscenza delle autorità competenti e dei medesimi cittadini, che - come l’ente di piazzale Aldo Moro ben sa - sono i principali finanziatori della sua attività di ricerca scientifica.